Premio miglior attrice al 58° Festival di Cannes
da La Repubblica (Roberto Nepoti) |
Una "fusion", in buona parte riuscita, tra il soggetto di una tragedia antica e quello di un mélo rock. La cantante Emily forma col suo compagno, anche lui rocker, una coppia di junkie perduti che sembra la versione estrema dell'unione tra John Lennon e Yoko Ono. Quando l'uomo abbandona questa valle di lacrime causa overdose, per Emily ha inizio un percorso di redenzione: tra passato doloroso e futuro incerto, la donna intraprende un cammino esistenziale per sottrarsi alla marginalità e recuperare il suo bambino, adottato dai nonni. Vuole ripulirsi, diventare "clean", come esplicita il titolo; senza piegarsi, tuttavia, al conformismo sociale e alle approssimazioni psicologiche della gente "perbene". All'inizio, il film di Assayas adotta gli stereotipi del repertorio rocker-maledetto; poi, poco a poco, la narrazione assume un andamento lineare, da ballata, e la macchina da presa filma con energia quieta il ritorno della protagonista alla pace e al rispetto di se stessa. Clean è anche un omaggio del regista Assayas all'attrice Maggie Cheung (premiata l'anno scorso a Cannes per la parte) dopo la fine della loro personale storia sentimentale; salve le proporzioni, un po' come Welles fece con Rita Hayworth nella Signora di Shangai, ma in versione sfrondata e ripulita del rancore del grande Orson. Nella parte del nonno protettivo, in bilico tra l'amore per il bambino e il dolore di toglierlo alla madre, Nick Nolte è bravo come non lo vedevamo da tempo. |
da La Stampa (Lietta Tornabuoni) |
Se in Clean (il titolo, «pulito», indica i tossicomani che non si drogano più) non ci fosse Maggie Cheung, il film potrebbe essere un mélo come tanti o persino una fiction televisiva. Ma Maggie Cheung c'è: ed è stupenda la presenza di questa attrice asiatica brava, bella, elegantissima, interprete a Hong Kong di film popolari di Tsui Hark e Jackie Chan, interprete a Parigi di Irma Veep di Olivier Assayas (suo ex marito e, anche stavolta, regista), interprete di alcuni film di Wong Kar-wai incluso In the Mood for Love, attrice che ha la capacità di rendere interessante tutto quanto fa sullo schermo, anche le azioni più elementari, mangiare, fumare, sorridere, guidare il motorino, infilare un pullover, baciare. Il film è fatto, costruito per lei: l'infelice percorso e la vittoria finale di una femminilità ferita, nel mondo complicato della musica. Un musicista in decadenza muore per overdose, e tutti attribuiscono la responsabilità della morte alla moglie Maggie Cheung, pure lei eroinomane, che gli aveva procurato la droga. La giovane donna si ritrova sola, povera, circondata da inimicizie e ostilità, privata del figlio bambino affidato ai nonni paterni, messa in prigione per sei mesi. Quando esce va a Parigi, decisa a cambiare vita per riavere suo figlio, e dopo molte disavventure ci riesce: con facilità ottimistica riesce pure a rinunciare all'eroina, rifiutando persino il metadone, senza una sola ricaduta né sofferenza. Clean è sciolto, facile, ben girato e divertente per i molti andirivieni nei locali notturni, nelle sale di registrazione londinesi e parigine, nel centro e nei quartieri belli delle due città, nella casa di Bèatrice Dalle che offre aiuto alla protagonista. Insieme con Maggie Cheung, nella parte del suocero a cui è affidato il bambino, Nick Nolte è una vera trovata: dolce e triste, afflitto dalle disgrazie di famiglia (se il figlio è morto, la moglie è morente), pronto a comprendere, consolare e provvedere, è un personaggio molto commovente, ed più bravo di quanto non sia stato da tempo negli ultimi anni. |
da Il Corriere della Sera (Maurizio Porro) |
Una storia tutta pensata per Maggie Cheung, la struggente, bellissima, straordinaria eroina di Wong Kar wai, dall' ex marito Olivier Assayas, che le ha fatto vincere la Palma a Cannes nel 2004. È lei, l'ex rockstar, che parla in originale tre lingue, l' ago della bilancia affettiva d'una strana e disordinata famiglia, lei che vive espiazione e redenzione di un peccato forse mortale, lei che sconta la via crucis di aver assunto e procurato la droga che ha ucciso il compagno, lei che ha dovuto cedere il bambino al suocero Nick Nolte, quercia di saggezza e pietas. È la contro mitologia di un'autodistruzione su paesaggio di rovine dell'era sesso, droga e rock'n'roll con un personaggio femminile emotivo ma non ricattatorio, non retorico, che forse inizia al the end una nuova vita |
TORRESINO
- giugno 2005