La zona
Rodrigo Plà - Spagna/Messico 2007 - 1h 37'
- opera prima -


                    GIORNATE DEGLI AUTORI 2007
Leone Del Futuro
- Premio Venezia Opera Prima “Luigi De Laurentiis”


     Un film pluripremiato, e non solo a Venezia, questa opera prima di Rodrigo Plàfilm successivo in archivio, regista uruguaiano per una produzione ispano-messicana: presentato alle Giornate degli Autori ha vinto il Leone del Futuro, mentre al festival di Toronto è stato premiato dalla Federazione Internazionale della Critica Cinematografica. In molti sono rimasti colpiti da un’opera che ha la tenuta di un thriller e nel contempo mette a nudo senza sconti molti aspetti cruciali della società messicana e non solo.
La vicenda è ambientata in un quartiere residenziale di Città del Messico, la Zona appunto, in cui, grazie ad uno statuto speciale, gli abitanti vivono tranquilli, protetti dal circostante mondo di baracche e miseria grazie ad un proprio sistema di sicurezza basato su polizia privata, un alto muro e una ramificatissima rete di sorveglianza elettronica. Ma un temporale notturno incrina il sistema di sicurezza e permette a tre ragazzi di penetrare all’interno e di tentare una rapina: un’anziana donna e due dei ragazzi rimangono uccisi, ma il terzo riesce a fuggire e a nascondersi all’interno della Zona. Scatta a questo punto la caccia da parte degli abitanti del quartiere, decisi a risolvere la questione da soli, senza rivolgersi alle forze dell’ordine esterne. In un mondo così piccolo e chiuso la situazione non può non coinvolgere anche gli adolescenti del quartiere, in particolare uno, Alejandro, che, entrato in contatto col fuggitivo, si trova a dover scegliere cosa fare. Ammesso che gli sia possibile scegliere...
Lo schema iniziale dunque è all’insegna del thriller: un corpo estraneo è entrato in una comunità chiusa e paranoica. Come farà ad uscirne? Doti personali, capacità estrema di trovare soluzioni? No, il nostro soggetto è spaurito e anche piuttosto sprovveduto. Entra in campo l’aiutante, un adolescente come lui: nascerà via via un rapporto di amicizia tra i due; salvifico per il più debole? Non è così semplice, i due a stento si parlano e uno è terrorizzato, l’altro non ha soluzioni pronte.
Non procediamo oltre: la scelta del regista è quella di costruire schemi noti e poi disattenderli, deviando costantemente di qualche grado, così che a metà ci troviamo un po’ spiazzati, in attesa di capire non solo che piega prenda la vicenda, ma in che film siamo. E uno dei pregi della costruzione è che il procedimento rimane coerente fino alla fine, senza che la trasformazione in film di denuncia sia compiuta. Anche nel finale il pubblico teme un colpo di coda di genere ma ancora una volta non viene deluso: nessuno schema lo salva da una realtà problematica.
Nel frattempo il film è riuscito non solo a dare un quadro agghiacciante della società messicana, con i suoi estremi di ricchezza e povertà e un sistema fondato sulla corruzione, ma anche a visualizzare l’orrore di una civiltà che sceglie di fondarsi sulla paura. E nel finale si insinua nello spettatore un senso di disagio più sottile. Nessuno si può immedesimare negli adulti paranoici del quartiere, ma è anche vero che l’assedio è ancora lontano: il viaggio conclusivo del protagonista ci appare giusto, ma ci fa anche provare un brivido. Quanti si possono illudere di governare le contraddizioni della nostra civiltà mantenendole a distanza?

Licia Miolo - MCmagazine 20  settembre 2007

promo

Alejandro vive nella Zona, un quartiere ricco nel centro di Città del Messico. Nel giorno del suo compleanno tre ragazzi delle borgate si introducono per una rapina in una delle case della Zona, ma qualcosa va storto. Due vengono uccisi dalle guardie e l'unico superstite, invece di essere consegnato alla polizia, viene direttamente processato dagli abitanti del quartiere, proprio nella casa di Alejandro... Un quadro crudo e angoscioso della società messicana (con i suoi estremi di ricchezza e povertà e un sistema fondato sulla corruzione) e di una civiltà che sceglie di fondarsi sull'isolamento e sulla paura. Chi si può illudere di governare le contraddizioni del presente mantenendole a distanza?


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