L'uomo nell'ombra (The Ghost Writer)
Roman Polanski
- USA/Germania/Francia 2010 - 2h 11'

BERLINO: Orso d'argento

   In medianico contatto con Hitchcock, film precedente in archivio Polanski film successivo in archivio, arrestato nel suo chalet svizzero, ha montato un thriller capolavoro che come soggetto ha i nostri tempi. Ghost writer è chi scrive senza nome, il «negro» come si diceva, L'uomo nell'ombra come traduce banalmente il titolo italiano di questo straordinario film in cui nessuno saprà mai la verità. Ispirato da Il ghost writer di Robert Harris, un Oscar Mondadori, il regista lo supera per virtù fantastiche, efficacia di spettacolo, tempismo di cinema. Ecco fatti e fattacci: uno scrittore senza nome, per 250mila dollari s'impegna a ri-scrivere, dopo la misteriosa morte del suo predecessore, le memorie dell' ex primo ministro inglese Adam Lang, in ritiro non spirituale in una temporalesca, giorgionesca isoletta del New England, oriental coast Usa, peggio di Shutter Island. Dove il politico sa dai media di essere indagato all'Aja per crimini di guerra (vedi Iraq), denunciato da un ex ministro. Grazie all'ambiguità dell' ex first lady e la segretaria (Olivia Williams e Kit Cattral, due volti espressivi e bifronti), il nostro si aggira nella villa in una rete quasi paranormale di complicità, segreti, connivenze, mettendo a rischio la sua vita, come accaduto spesso a Cary Grant e James Stewart. Riferimenti a Blair ottimi e abbondanti: Harris, sceneggiatore, ex giornalista politico, è stato suo supporter e il film di Polanski non fa sconti nel denunciare nascoste strategie e subalternanza britannica a Bush. E forse questo è oggi un reato peggiore delle vecchie cose di sesso. Se per Truffaut un film è un treno che fila nella notte, questo è un Orient express che corre come il vento, non fa fermate e conduce senza respiro a scavare oltre la realtà virtuale in confezione di cinema puro che splende pure per virtù scenografiche in un match fra volgarità interiore e fasto post moderno. E come spesso accade (vedi Invisibile di Paul Auster) pure qui si parla di un libro, del suo pericoloso farsi, dell'umiliazione ben nota in Italia di non poter mai sapere come stanno davvero le cose: storia di tradimenti che non risparmia nessuno. Orso d'argento a Berlino, Polanski dà lezione di suspense arricchito con humour di qualità e senza smettere d'essere attuale, fino al finale londinese, certo con sorpresa. I due interpreti sono perfetti, Ewan McGregor assorbe scena dopo scena i miasmi peggiori della società, indeciso se fare l'eroe; Pierce Brosnan, con volgare eleganza, dimostra che è tanto meglio di quanto pensassimo quando faceva 007.

Maurizio Porro - Il Corriere della Sera

   ...Fra tanti misteri si profila l'ombra della Cia (c'è perfino uno pseudo Dick Cheney a capo di una megaindustria militare che ricorda la Hallyburton del vice di Bush), ma Polanski intreccia scene d'azione, frecciate politiche e specchietti per le allodole con un'attenzione al sottotesto e una capacità di portare gli attori al diapason che è tutta e solo sua. Chi ha dimestichezza con il suo cinema apprezzerà il gioco hitchcockiano sulle apparenze, il gusto molto polacco per l'assurdo, la capacità di dare finezza e profondità anche alle scene più frenetiche iniettandovi un dubbio quasi metafisico. La vicenda in cui si è trovato catapultato a fine lavorazione dona a questa storia di (auto)reclusione e misteri sepolti nel passato un tocco perfino profetico. Dietro ai due "ghost" sullo schermo si affaccia un terzo fantasma. Il suo.

Fabio Ferzetti - Il Messaggero

   Chi è capace di fare oggi un thriller gotico e politico insieme? La risposta è una sola: Roman Polanski, che con le atmosfere inquietanti si è sempre trovato a suo agio e che con The Ghost Writer torna ai temi contemporanei, firmando un'opera all' altezza della sua miglior tradizione [...] Quasi tutto ambientato - secondo la più classica tradizione gotica - nella casa-fortezza che Lang ha su un'isola, capace di «respingere» la realtà che sembra volerla assediare (troupe televisive, dimostranti pacifisti, curiosi); costruito sfruttando al meglio l' ostilità della Natura (vento, pioggia, mare burrascoso); giocato con sapienza tra inquietanti personaggi «secondari» e reticenti comprimari, il film sa trasmettere un senso di angoscia insinuante e sotterraneo che trasporta lo spettatore in un mondo senza più certezze, dove le macchinazioni politiche diventano l' altra faccia dell' insicurezza quotidiana. E se si aggiunge l'evidente rimando all'attualità (Lang fa subito pensare a Tony Blair, di cui per altro Harris è stato davvero ghost writer) si può capire come thriller, fantapolitica e allusioni varie si intreccino in maniera inestricabile. Perché così è il mondo d' oggi, risponderebbe probabilmente Polanski, che ha sempre cercato di scavare dietro le apparenze che la realtà sembra offrire. Ma anche perché il regista polacco è un vero maestro dell' inquietudine e del sospetto, che sta instillare nello spettatore senza far ricorso a colpi di scena o effettacci truculenti. E questo film lo dimostra magistralmente.

Paolo Mereghetti - Il Corriere della Sera

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Uno scrittore senza nome (Ewan McGregor), per una grossa sommai s'impegna a ri-scrivere, dopo la misteriosa morte del suo predecessore, le memorie dell' ex primo ministro inglese Adam Lang, in ritiro non spirituale in una temporalesca, giorgionesca isoletta della costa USA orientale, dove il politico sa dai media di essere indagato all'Aja per crimini di guerra (vedi Iraq), denunciato da un ex ministro. Grazie all'ambiguità dell' ex first lady e della segretaria , il nostro si aggira nella villa in una rete quasi paranormale di complicità, segreti, connivenze, mettendo a rischio la sua vita... Polanski dà lezione di suspense arricchito con humour di qualità e senza smettere d'essere attuale. Chi ha dimestichezza con il suo cinema apprezzerà il gioco hitchcockiano sulle apparenze, il gusto molto polacco per l'assurdo, la capacità di dare finezza e profondità anche alle scene più frenetiche iniettandovi un dubbio quasi metafisico. Chi altro sarebbe capace di fare oggi un così efficace thriller gotico e politico insieme?

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