Venezia 66° - Concorso
Il
cinema post-catastrofe ha una sua tradizione variegata e
pluridirezionale. La guerra fredda aveva dato voce alle riflessioni
profetiche de L'ultima spiaggia,
la statua della libertà arenata sulla spiaggia aveva chiuso
l'evoluzione a ritroso del percorso ellittico di
Il pianeta delle scimmie,
il Mad Max-Mel Gibson di Interceptor
aveva brutalizzato il disastrato futuro prossimo venturo ed è nelle
stesse dinamiche che vanno inseriti i successivi protagonismi di Kevin
Costner (Waterworld,
L’uomo del giorno dopo).
Ha avuto un suo momento forte il post-nucleare (The
Day After,
Testament),
ha incontrato i favori del pubblico la minaccia glaciazione (L’alba
del giorno dopo)
e quella aliena (Indipendence
Day), si è avventurata ai limiti
dell'horror l'avventura post-epidemica di Danny Boyle (28
giorni dopo), lasciando qualche anno
fa a Will Smith il compito di portare sullo schermo l'ultimo avamposto
del genere (Io sono leggenda). |
ezio leoni - MCmagazine 27 (ottobre 2009) |
promo |
Un uomo e suo figlio vagano nel territorio statunitense dopo una non ben precisata catastrofe. La loro destinazione è il Sud, dove sperano di sfuggire alle temperature gelide, anche se non sanno cosa li aspetti. Con sé hanno solo una pistola per difendersi dalle aggressioni delle bande di cannibali che scorrazzano in cerca di vittime e un carrello arrugginito con alcuni viveri... Tratto dal romanzo omonimo di Corman McCarthy (lo scrittore di Non è un paese per vecchi) il film non sempre sa risolvere cinematograficamente le scelte chiave della narrazione, ma nel complesso ne conserva l'asciuttezza amara e disperata, lasciando lun senso di profonda inquietudine, di un pulsare di speranza e disperazione che sembra l'unico destino possibile per un'umanità a cui l'incombere di un'inesorabile futura apocalisse non offrirà scampo. |
LUX
- giugno 2010 |