The Road
John Hillcoat - USA 2009 - 2h

Venezia 66° - Concorso

    Il cinema post-catastrofe ha una sua tradizione variegata e pluridirezionale. La guerra fredda aveva dato voce alle riflessioni profetiche de L'ultima spiaggia, la statua della libertà arenata sulla spiaggia aveva chiuso l'evoluzione a ritroso del percorso ellittico di Il pianeta delle scimmie, il Mad Max-Mel Gibson di Interceptor aveva brutalizzato il disastrato futuro prossimo venturo ed è nelle stesse dinamiche che vanno inseriti i successivi protagonismi di Kevin Costner (Waterworld, L’uomo del giorno dopo). Ha avuto un suo momento forte il post-nucleare (The Day After, Testament), ha incontrato i favori del pubblico la minaccia glaciazione (L’alba del giorno dopo) e quella aliena (Indipendence Day), si è avventurata ai limiti dell'horror l'avventura post-epidemica di Danny Boyle (28 giorni dopo), lasciando qualche anno fa a Will Smith il compito di portare sullo schermo l'ultimo avamposto del genere (Io sono leggenda).
Il registro di
The Road è tutt'altro che aperto alla spettacolarità. Monocorde e cupo il film di Hillcoat vede il peregrinare di padre (Viggo Mortensen) e figlio preadolescente verso una non definita landa di sopravvivenza, verdo un "sud" che possa offrire opportunità migliori per un'esistenza che rischia di mettere al bando ogni etica, ogni distinzione tra il bene e il male. The Road è tratto dal romanzo omonimo di Cormac McCarthy (lo scrittore di Non è un paese per vecchi), ma se nel complesso ne conserva l'asciuttezza amara e disperata (la catastrofe viene data per avvenuta, solo alcuni flash-back provano a darle concretezza), non sempre sa risolvere cinematograficamente le scelte chiave della narrazione. Non convince il rifiuto alla vita di una madre che sceglie di abbandonare alla loro solitudine marito e figlio, lascia perplessi il surplus di retorica che vede la famiglia "perfetta" (anche il cagnolino...) accogliere nel finale il ragazzino rimasto solo. Ma è indubbio che The Road sa avvincere e sedimentare nel nostro immaginario un senso di profonda inquietudine, di un pulsare di speranza e disperazione che sembra l'unico destino possibile per un'umanità a cui l'incombere di un'inesorabile, futura apocalisse non lascerà scampo.

ezio leoni - MCmagazine 27 (ottobre 2009)



promo

Un uomo e suo figlio vagano nel territorio statunitense dopo una non ben precisata catastrofe. La loro destinazione è il Sud, dove sperano di sfuggire alle temperature gelide, anche se non sanno cosa li aspetti. Con sé hanno solo una pistola per difendersi dalle aggressioni delle bande di cannibali che scorrazzano in cerca di vittime e un carrello arrugginito con alcuni viveri... Tratto dal romanzo omonimo di Corman McCarthy (lo scrittore di Non è un paese per vecchi) il film non sempre sa risolvere cinematograficamente le scelte chiave della narrazione, ma nel complesso ne conserva l'asciuttezza amara e disperata, lasciando lun senso di profonda inquietudine, di un pulsare di speranza e disperazione che sembra l'unico destino possibile per un'umanità a cui l'incombere di un'inesorabile futura apocalisse non offrirà scampo.

film del week-end precedente

LUX - giugno 2010