S1m0ne |
da Film Tv (Emanuela Martini) |
Simone
è una donna bellissima; con un film ha conquistato il cuore di tutti gli
spettatori, avidi di sapere tutto di lei, di toccarla, incontrarla,
interrogarla. Un'avidità probabilmente accentuata dal fatto che Simone é
restia, schiva, avvolta nel mistero della sua privacy. Il suo regista e
pigmalione fa da portavoce, ma naturalmente non basta. E il suo regista a
questo punto, ha un problema perché, immerso ormai in un definitivo
declino, l'ha letteralmente "creata": Simone non esiste, é una splendida
creatura virtuale (il suo nome in realtà è una contrazione di
Simulation0ne),nata dall'esperimento di un inventore deceduto e
perfezionata, animata, "doppiata" dal regista Al Pacino. Da una bella idea
di Andrew Niccol (che si conferma sceneggiatore moderno e inventivo) e
sorretto da una straordinaria interpretazione di Pacino (soprattutto
quando, chiuso a doppia mandata in uno studio vuoto, con solo una console
al centro e uno schermo sul fondo, la fa parlare, camminare, sedurre, e
poi tenta disperatamente di trasformarla in una "cattiva", fumatrice
accanita e politicamente scorretta, una creatura che il pubblico voglia
odiare),
Simone
é una commedia cattiva, che a un certo punto finge di diventare buona,
familista e consolante, ma poi fortunatamente si ribalta ancora. Parla di
cinema, di false apparenze, delle bizzarrie dell'audience, e forse ci
mette in guardia sulle trappole virtuali. |
da Il Giorno (Silvio Danese) |
Un giorno l'attore digitale diventerà un idolo come la carnale Sharon Stone? Tra scoperte genetiche e sperimentazioni tecnologiche di realtà virtuali avvertiamo tutti la pressione dell'impossibile che diventa possibile. Avvertiamo soprattutto la condizione di essere neofiti in un futuro-presente. E' su questa emozione collettiva che lavora questo film diretto dallo sceneggiatore di The Truman Show e Gattaca, mirabili fiabe radicate nelle paure della realtà. Per la terza volta in questa stagione (People I Know, Insomnia) Al Pacino firma una grande interpretazione, l'unico attore oggi capace di irradiare su ogni film tonalità diverse di una luce di mistero e tenebra, come Brando. In questa satira del bisogno occidentale di frantumazione dei valori, per un idolo emblema dell'assoluto, è un regista costretto a inventare un'attrice al computer. La sintetizza tra le parti e le doti migliori delle grandi star. Inventa una donna e un miraggio. Interessante operazione di metacinema, è uno dei temi su cui avrebbe fatto un film definitivo Kubrick. |
TORRESINO - novembre-dicembre 2002