RocknRolla
Guy Ritchie – Gran Bretagna 2008 - 1h 54'

  Grande divertimento, sia pure nell'ambito di un gusto provocatorio, scorretto e forse anche dannoso, procura la sortita del film con cui l'inglese Guy Ritchie film successivo in archivio si è consolato della rottura coniugale con Madonna. Il quarantunenne regista di Lock & Stock - Pazzi scatenati e Snatch esaspera, infatti, la sua visione degli ambienti malavitosi metropolitani, plasmando RocknRolla come una folle, grottesca, imprevedibile girandola d'immagini che rendono il concetto di trama una molesta anticaglia... Ne sono, a grandi linee, protagonisti un magnate russo - ricalcato sul padrone del Chelsea Roman Abramovich - che organizza la falsa vendita di un terreno attirando investimenti miliardari, un micidiale boss del crimine organizzato, una stupenda dark lady nera, un'accoppiata di killer assai particolari, un politico corrotto e una banda di tossici sciamannati rockettari: tutti contro tutti, sempre pronti a spaccarsi reciprocamente le ossa, a tradirsi con perfidia, ad amoreggiare in barba a ogni codice morale, a esibire gadget di lusso, corpi prepotenti e cervelli sottosviluppati. È alquanto difficile dare un senso compiuto al gioco degli inseguimenti e degli agguati, che rivendicano come sfondo naturale una Londra postmoderna e multietnica, resa adrenalinica da una ricchezza equivoca e sfrontata: gli agganci narrativi - come quello della speculazione immobiliare o quello di uno strambo quadro che sta dove non dovrebbe stare - funzionano come puri pretesti, hanno solo un intento caricaturale, si frantumano nel rimpallo di dialoghi gergali, sboccati o smozzicati. Del resto la chiave del martellamento audiovisivo sta esattamente nel termine tramandato dal titolo: «A tutti piace un pezzo della bella vita: c'è a chi piacciono i soldi, a chi la droga, a chi il sesso, a chi il glamour o la fama. Ma il Rocknrolla, oh certo, è differente. Perché? Perché il vero Rocknrolla vuole tutto il fottuto pacchetto». Chi conosce le propensioni di Ritchie - al cui confronto lo stesso Tarantino fa la figura di artista serio e impegnato - sa che gli spetterà un'overdose di sequenze sopra le righe e azione sanguinaria, scandita da musica metallara e montata e dialogata come correndo a fari spenti in autostrada: se ne tenga alla larga lo spettatore che nutre preoccupazioni pedagogiche o contenutistiche e si accomodi estasiato colui che ami farsi sballare da uno humour nero molto nichilistico e molto contemporaneo.

Valerio Caprara - Il Mattino

promo

Un truffatore russo orchestra la falsa vendita di un terreno coinvolgendo una serie di personaggi loschi della malavita londinese in un gigantesco raggiro. Il taglio è quello ipercinetico del più scatenato Tarantino e l'humor nero sconfina spesso in sequenze di sfacciata brutalità. Il risultato è una commedia divertita e divertente, fatta di complicati intrighi e inaspettata vivacità, di basso profilo, ma di grande effetto. Cinema d'essai provocatorio, da sperimentare!

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