È inutile nascondersi dalla vita, che prima o poi ti viene a scovare. Diverso è cercare un riparo, magari momentaneo, nella speranza che il vento ti soffi verso un'esistenza migliore. Questo il pensiero che deve aver attraversato l'adolescente marocchino Anis quando ha deciso di rifugiarsi nel bagagliaio di un'auto italiana, imbarcata su un traghetto di ritorno dalle vacanze estive trascorse nel Paese magrebino. Proprietaria della vettura è Anna (Maria De Medeiros), benestante figlia di imprenditori del nord-est; sua compagna è Mara (Antonia Liskova), proletaria e operaia niella fabbrica di famiglia di Anna. Si amano e si proteggono reciprocamente dalle incomprensioni di un mondo ostile. Un equilibrio quasi perfetto, che il ritrovamento del giovane clandestino riesce gradualmente a sgretolare. È una storia che penetra le coscienze quella raccontata in Riparo - Anis tra di noi, secondo lungometraggio di Marco Simon Puccioni, unico italiano in concorso nella sezione Panorama alla 57ma Berlinale. Già apprezzato nel 2002 nel suo film d'esordio, Quello che cerchi (Nanni Moretti ne appoggiò l'uscita in sala grazie al Nuovo Sacher), Puccioni è una delle nuove voci del cinema italiano che possono a merito definirsi "impegnate" a tutto tondo: lo dimostra da qualche anno con i suoi documentari (tra i più recenti, 100 anni della nostra storia, sul centenario della CGLI diretto con Gianfranco Pannone) e vari progetti volti tanto a tematiche socio-umanitarie, quanto allo studio di nuovi linguaggi per una cinematografia che sappia indagare i patrimoni più intimi dell'essere umano. In Riparo la duplice vocazione al pubblico e al privato si allinea sulla trama di un film che ha, tra i vari pregi, quello di non fornire mai una rappresentazione semplicistica delle tematiche complesse che affronta. Mostrando l'incontro dei destini dei tre protagonisti, Puccioni lavora in profondità soprattutto sul disagio esistenziale dell'emarginazione: poco importa che questa derivi dalla condizione di migrante extracomunitario o dalla discriminazione sociale dell'amore omosessuale, senza dimenticare le differenze culturali e patrimoniali tra "i gruppi umani" (come li definisce il regista) che animano la sua pellicola, ambientata nella provincia del ricco nord-est italiano. «Per te è facile essere buona», punta il dito Mara contro Anna, quando questa decide di agevolare con ogni sua possibilità la vita di Anis (gli viene offerto un lavoro clandestino nella fabbrica di lei), e in questo modo viene palesato quel senso di colpa dell'Occidente che troppo spesso si sopisce con soluzioni goffe e inadeguate. Lo sguardo attento e coraggioso di Puccioni, anche sceneggiatore del film insieme a Monica Rametta e alla "morettiana" Heidrun Schleef trova un contributo efficace nelle intense interpretazioni delle due protagoniste: da una parte la portoghese De Medeiros e dall'altra la slovacca Liskova, due straniere che in qualche modo possono rappresentare l'apertura dei confini geografici e culturali non solo a quest'opera ma anche a un certo modo di fare cinema in Italia. Non a caso Riparo, prodotto dall'indipendente Intelfilm in collaborazione con Rai Cinema, nasce grazie anche alla partnership con la casa di produzione francese Ades. |
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i giovedì del cinema invisibile TORRESINO gennaio-marzo 2008
PRIMA VISIONE
sarà presente in sala il regista
TORRESINO - week-end febbraio 2008 |