C'è un film
di
Ken Loach che non abbiamo amato visceralmente? La capacità dell'autore
britannico di farsi cantore della classi lavoratrici, di testimoniare
la sofferenza del vivere, di farci partecipi dello sconquasso sociale,
sentimentale, esistenziale dei suoi non-eroi è un baluardo di cinema
civile che la spettacolarizzazione dell'hollywood-system ha da tempo
emarginato e che apre nei nostri cuori di spettatori incalliti alvei
di solidarietà schermica ogni volta lancinanti. Forse ci aveva infastidito
la retorica di
La canzone di Carla,
ma come non tenere in palmo di mano
Piovono pietre,
My Name is Joe,
Bread and Roses
ed ora questo lucido, essenziale
The Navigators?
Lo sguardo di Loach si posa sui lavoratori dell'ex British Railway,
caduta nel 1995 sotto i colpi della privatizzazione. Le dinamiche che
Paul, Mick e gli altri (un po' insulso il titolo italiano) devono
affrontare sono legate alla nuova precarietà lavorativa, alle occasioni
di buonuscita da afferrare al volo, all'azzeramento delle garanzie sindacali
(misure di sicurezza, diritti sanitari, ferie, pensione), ad una competitività
che passa dall'efficienza delle nuove agenzie d'impresa allo sbando
della solidarietà di gruppo, che esalta la flessibilità e svilisce la
professionalità. Ce n'è abbastanza per appassionarsi nell'era berlusconiana
al cinema militante? Come ci ha confessato Loach: "Vedendo
The Navigators credo che venga da domandarsi se è tollerabile
tutto questo. Se ti arrabbi vedendo questo film, la speranza sta nella
tua rabbia". ezio leoni - La Difesa Del Popolo 11 settembre 2001 |
LUX-TORRESINO settembre-ottobre 2001
promo |
La vita grama dei ferrovieri britannici in balia del nuovo mercato dopo la privatizzazione delle aziende statali. Tra la precarietà dell'impiego e l'azzeramento delle garanzie sindacali (misure di sicurezza, diritti sanitari, ferie, pensione) i non-eroi di Loach scoprono le contraddizioni della flessibilità lavorativa e lo sbando della solidarietà di gruppo. Uno dei pochi grandi film del Festival di Venezia. |
V.O.S. cinema LUX ottobre-dicembre 2001
"A Working Class Hero is something to be" cantava John
Lennon. Ken Loach, non sarà un eroe, ma da anni è lui il cantore della working class britannica, il regista di film come
Riff Raff,
Piovono pietre,
My Name is Joe e, oggi, di questo
The Navigators (in Italia uscirà come
Paul, Mick e gli altri), sui lavoratori della ex British Railway, caduta nel 1995 sotto i colpi della privatizzazione. Ma a Ken il rosso non sembra di fare qualcosa di speciale. ezio leoni - Il Mattino di Padova 24 settembre 2001 |