Noi credevamo
Mario Martone - Italia 2009 - [3h 24'] 2h 50'

Leone d'oro - Venezia 67

    Tre giovani amici nella Campania di fine ‘800 si affiliano al movimento di Giuseppe Mazzini credendo nell’ideale unitario nazionale. Presto le loro strade si divideranno e i tre capitoli della narrazione a loro dedicati li raccontano nella loro scelta e nel modo in cui il tempo su loro scorre. Si rincontreranno più volte negli anni e si staccheranno irrimediabilmente: sono convinti dei loro ideali ma i modi diversi scelti per perseguire il nobile scopo non renderanno possibili concilianti sguardi comuni e amichevoli riappacificazioni. Mario Martonefilm successivo in archivio affresca il Risorgimento italiano raccontando trent’anni di storia patria nei quali giovani ribelli diventano uomini risoluti e votati alla e poi anziani delusi per il fallimento innato nell’ideale rivoluzionario da loro perseguito. Il regista napoletano racconta come è stata unita l’Italia, e ben lungi da lui è l’idea manierista, la retorica dell’affresco per la quale quegli uomini erano tutti belli, buoni e saggi, corretti, probi e onesti. Presto è chiaro che si trattò anche di terroristi, di idealisti mossi dal pur nobile sprone unitario a compiere atti talvolta vergognosi o deplorevoli. Con la stessa decisione Martone tristemente afferma che quei giorni memorabili avessero insito in essi, già, il fallimento, la decadenza dell'oggi. Così sono forse spiegabili, nel film, quegli oggetti anacronoistici che appaiono saltuariamente: costruzioni moderne e fatiscenti, segno istantaneo della continuità del fallimento, della transcronicità dell’e/orrore nella storia italiana.
Questi nodi tematici, l’antieroismo e il fallimento, governano il terzo film italiano in concorso alla Mostra di Venezia e ne fanno un’opera bella e necessaria, anzi indispensabile, che dovrebbe essere proiettata ovunque: nelle scuole e nelle caserme, nelle piazze e in televisione. Per quanto riguarda la forma Martone sa – si affida a uno sceneggiatore come Giancarlo De Cataldo – che in Italia la Storia non è mai una unica e inalienabile né mai considerata interessante da parte dei cittadini che ne costituiscono il popolo. Come operano, allora, i due autori? Vanno oltre il rischio di veder definito il proprio lavoro come “didascalico-televisivo” e confezionano un film che è esattamente così, lungi dal viscontiano lirismo e molto vicino al Rossellini televisivo e al Giordana de La meglio gioventù (la scelta di Luigi Lo Cascio come protagonista pare simbolicamente legare i due film). Martone e De Cataldo colgono che questo è l’unico modo che ha il film per essere mostrato e visto – la durata di 204′ non è giustificabile altrimenti al giorno d’oggi – avvicinandolo al pubblico di ogni target. Si è parlato di distanza dai temi internazionali e di respiro straniero per questo sesto lungometraggio di Martone... un premio qui al Festival in fondo poteva starci per autenticare
Noi credevamo come opera-"testimone", denuncia non retorica né ideologica di quanto poteva essere e continua a non essere in Italia.

Aldo Romanelli - MCmagazine 29 - ottobre 2010

 

promo

Domenico, Salvatore e Angelo, tre ragazzi del Sud Italia testimoni della feroce repressione borbonica dei moti del 1828, decidono di affiliarsi alla Giovine Italia di Giuseppe Mazzini. Le loro esistenze, sospese tra rigore morale e pulsione omicida, spirito di sacrificio e paura, carcere e clandestinità, slanci ideali e disillusioni politiche, si svolgeranno sullo sfondo della più sconosciuta storia dell'Unità d'Italia e verranno segnate tragicamente dalla loro missione di cospiratori e rivoluzionari.
Non è solo un magnifico affresco che rovescia come un guanto ciò che credevamo di sapere sulla nascita della nostra nazione rendendo queste figure più vive che mai. È una rassegna commossa e insieme spietata di intrighi ed orrori, occasioni mancate e lotte fratricide, che scava nell'eterna distanza fra Nord e Sud, aristocratici e borghesi, estremisti e moderati, monarchici e repubblicani. E che che intreccia le voci e i volti di attori del calibro di Toni Servillo, Luca Zingaretti, Valerio Binasco e Luigi Lo Cascio. Memorabile.

film del week-end precedente

LUX - dicembre 2010

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