Nel paese delle
creature selvagge
(Where
the Wild Things Are)
Spike Jonze -
USA
2009
- 1h 41' |
È
dall'inizio degli anni Sessanta che nella biblioteca per ragazzi delle
case di molte famiglie campeggia un piccolo libro gigantesco, illustrato e
raccontato da un ebreo polacco nato a Brooklyn nel 1928, Maurice Sendak:
Nel paese dei mostri selvaggi. Ora al cinema
con un film appassionante di Spike Jonze, si compone di sole 40 frasi e
altrettante tavole nelle quali con un incanto e una magia straordinarie si
racconta la storia di Max, bambino travestito da lupo, che ne combina di
tutti i colori, e viene spedito dalla mamma a letto senza cena e con
l'epiteto di «mostro selvaggio»! Max si ritira rabbioso nel suo antro e da
lì a poco la cameretta diventa il luogo di una misteriosa trasformazione,
cedendo il passo a una rigogliosa esotica foresta. Max felice ci si
addentra per trovare una piccola barca a vela e un mare improvviso, su cui
veleggia «per mesi e mesi, infine dopo un anno e poco più» fino alla terra
dei mostri selvaggi, enormi creature spaventose che eleggono Max loro Re.
In quella terra tutto è permesso, financo l'attacco alla «ridda
selvaggia».
Questa piccola storia di formazione ha fatto per anni sognare bambini di
diverse generazioni, ha influenzato gran parte della storia
dell'illustrazione, ed è stata oggetto di molti studi, non ultimo quelli
di Bruno Bettelheim. I temi sono quelli del «passaggio », della
transizione tra veglia e sonno, del rapporto con il diverso, della
crescita e della consapevolezza, ma anche – e più specificamente –
l'accesso di ira dei bambini e la frustrazione conseguente alla censura
dell'aggressività.
Il regista americano Spike Jonze
(autore di
Essere John Malkovich
e
Adaptation
– Il ladro di orchidee) è un cultore
delle «creature selvagge» di Sendak e sognava di farne un adattamento
cinematografico. Ci ha lavorato per anni, con non pochi i problemi legati
alla realizzazione di quest'opera complessa che si fonda sul senso
sfrenato dell'immaginazione di un bambino libero da costringimenti
educativi. La versione di Jonze è piuttosto aderente allo spirito del
racconto e vi aderisce completamente nella ricostruzione dei mostri
selvaggi, che sono tali e quali ai disegni di Sendak. Ora, mettere in
immagini cinematografiche il sogno cristallizzato di un furetto bambino
che si crea un altro mondo per dare sfogo alla sua natura irrequieta non è
certo facile. Jonze ci riesce, anche se il film è assai strano e ondivago,
con momenti di grande emozione e altri di strana osservazione, come se si
sospendesse ulteriormente e per un attimo su quel mondo selvatico di
mostri mostruosi.
Nel paese delle creature selvagge è inafferrabile, per
certi versi. Si fatica a capire qual è il suo target. Non è un film per
bambini, nel senso che non si rivolge a loro e non tanto perché ci sono
situazioni e scene davvero paurose, quanto per i tempi di una narrazione
ondivaga e sottilmente filosofica. È un film per grandi, ma non per tutti
grandi. Forse per quelli ancora che hanno mantenuto un cenno delle loro
represse paure e fantasie. |
Dario Zonta -
L'Unità |
Il
più appassionato - e pericoloso - è una specie di enorme leone cornuto che
è insieme un artista e un potenziale assassino. La più amichevole e
materna, una scimmiona dalla lunga chioma capace di nascondere il piccolo
Max... in fondo alle proprie fauci, a evitare rischi maggiori. Poi ci sono
gli altri: un pappagallo gigante e zelante; una capretta frustrata e
saccente; una rinocerontessa infida e aggressiva. Perché per fuggire da
una madre single stressata, come molte mamme di oggi, il piccolo Max è
fuggito Nel paese delle creature selvagge. Un mondo di mostri pelosi e
fantasia scatenata, di affetti smisurati e passioni incontrollabili, dove
quelle creature enormi e adorabili, ingenue ma pericolose, vivono seguendo
quello che Freud chiamava il principio di piacere, anziché l'angusto,
soffocante principio di realtà. E dunque: giochi sfrenati e grandi dormite
collettive, tutti ammucchiati gli uni sugli altri. Ma ce la farà un
bimbetto a essere il "re" di quella strana foresta? O quelle creature così
tiranniche e seducenti, così simili alle passioni che lottano dentro e
fuori di lui, finiranno per divorarlo, stavolta letteralmente?
Se un classico, secondo la celebre formula di Italo Calvino, «è un
libro che non ha mai finito di dire quel che ha da dire», Nel
paese dei mostri selvaggi,
la fiaba illustrata di Maurice Sendak (edizioni Babalibri), è ancora così
vivo e "attivo" da aver ispirato questo insolito ed emozionante film di
Spike Jonze tratto a sua volta dalla "riscrittura" di Dave Eggers
(Mondadori), che traduce in parole i sentimenti e le paure suggeriti dalle
lussureggianti illustrazioni di Sendak. Create grazie a un mix di pupazzi,
animazione al computer e complicati costumi indossati da veri attori, le
fantasiose "creature" vantano una leggerezza di movimento e una profondità
di sentimento esaltata dalle bellissime musiche di Karen O e Carter
Burwell. Un adulto ancora in contatto con la propria infanzia non dovrebbe
lasciarselo scappare. Magari portandosi dietro un bambino abbastanza
aperto e curioso per confrontarsi con un immaginario radicalmente diverso
dalle pappine imperanti.
|
Fabio Ferzetti - Il Messaggero |
promo |
Traducendo un
raccontino dell'anti Disney Maurice Sendak che si legge in cinque
minuti, il geniale Spike Jonze di Essere John Malkovich
gioca coi rimasugli delle fiabe e di antiche nevrosi, raccontando
la storia di Max, bambino travestito da lupo, che ne combina di
tutti i colori, e viene spedito dalla mamma a letto senza cena e
con l'epiteto di «mostro selvaggio»! Max si ritira rabbioso nel
suo antro e da lì a poco la cameretta diventa il luogo di una
misteriosa trasformazione, cedendo il passo a una rigogliosa
esotica foresta... Un film insolito ed emozionante che sa tradurre
cinematograficamente i sentimenti e le paure suggeriti dalle
lussureggianti illustrazioni di Sendak. Grazie a un mix di
pupazzi, animazione al computer e scenografici costumi, le
fantasiose creature vantano una leggerezza di movimento e una
profondità d'animo esaltata dalle bellissima colonna sonora. Un
adulto ancora in contatto con la propria infanzia non dovrebbe
lasciarselo scappare. |
cinélite
TORRESINO
all'aperto:
giugno-agosto 2010