My Son, My Son, What Have Ye Done
Werner Herzog - USA/Germania 2009 - 1h 30'

Venezia 66° - Concorso

    Pessima psicoterapia il teatro classico. Almeno per quanto riguarda il protagonista di My Son, My Son, What Have Ye Done. Brad cova un patologico malessere esistenziale frutto di una situazione familiare di lynciana follia (guarda caso il film ha come produttore esecutivo David Lynch) e del trauma di una tragedia vissuta in una spedizione in Perù (il riferimento alla natura selvaggia e matrigna è connaturato nella filmografia di Herzog…).
La sua passione per il teatro l’ha portato ad accostarsi ad Eschilo, a rivivere il transfert recitativo del dramma di Oreste e Clitennestra con tale enfasi da costringere la compagnia ad allontanarlo dalla scena. Ma gli è rimasta tra le mani la spada vendicatrice…
My Son, My Son, What Have Ye Done si apre con un matricidio già consumato, con un’indagine di polizia che deve confrontarsi con un omicida barricato in casa con due ostaggi. A San Diego il lindo quartiere diventa un presidio di polizia, il detective Willem Defoe interroga la fidanzata e l’amico regista, cercando di districare l’intricata matassa psicologica. Il gioco del flashback viene ad illuminare un’esistenza di inquietudine e alienazione: gli sconclusionati, iperreali pranzi con la madre, la tragica morte degli amici scomparsi con le canoe nelle rapide andine, le estranianti meditazioni tra allevamenti intensivi di polli e struzzi, un pallone da basket abbandonato su un albero in attesa di un futuro talento… Ma ci sono anche i fenicotteri a dare un ulteriore tocco esotico-naturalistico al thriller-incubo di Herzog e c’è una tazza-feticcio con la dicitura-simbolo della allucinata realtà di Brad, ”Razle Dazle" (splendore accecante).

Il cattivo tenente in fondo è un film di genere con innesti herzoghiani, My Son, My Son, What Have Ye Done, con quella macchina da presa “avvolgente” su azioni e personaggi, è un altro quadro di disadattamento sociale che ha le sue radici in La ballata di Stroszek. Ma qui l’America non è quella degli emarginati e delle maxi-roulotte; anche nell’agiato status borghese l’estremizzazione di un'incomunicabilità profonda apre squarci di follia, dolore e morte.

ezio leoni - La Difesa del Popolo   13 settembre 2009

promo

Un Herzog ermetico e visionario che fa esplodere sullo schermo una tragedia familiare frutto di un malessere esistenziale di lynciana follia (guarda caso il film ha come produttore esecutivo David Lynch). Il film si apre con un matricidio già consumato, con un’indagine di polizia che deve confrontarsi con un omicida barricato in casa con due ostaggi. Ma ci sono anche i fenicotteri a dare un ulteriore tocco esotico-naturalistico a questo thriller-incubo e c’è una tazza-feticcio con la dicitura-simbolo della allucinata realtà di Brad, ”Razle Dazle" (splendore accecante). In fondo My Son, My Son, What Have Ye Done è un altro quadro di disadattamento sociale che ha le sue radici in La ballata di Stroszek. Ma qui l’America non è quella degli emarginati e delle maxi-roulotte; anche nell’agiato status borghese l’estremizzazione di un'incomunicabilità profonda apre squarci di follia, dolore e morte.

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