da La Stampa (Lietta Tornabuoni) |
Le
mele di Adamo
di Anders Thomas Jensen, film danese conclusivo di una trilogia dedicata
ai derelitti dalla società dal regista trentenne, conferma le grandi
qualità cinematografiche mostrate a volte dal cinema del Nord. Sono
ammirevoli la capacità di mescolare comicità e tragedia, la fotografia
straordinaria (Sebastian Blenkov) dei paesaggi di campagna immersi nella
nebbia o affogati dal diluvio; l'interpretazione perfetta di Ulrich
Thomsen (già protagonista di
Festen,
L'eredità,
Non desiderare la donna
d'altri); il gruppo degli interpreti
eccentrici e insieme dolorosi (un tennista obeso, un arabo pronto a
sparare, una malata di nervi incinta, un medico bonario e sadico); i
repentini scoppi di violenza; la giovane energia intellettuale
dell'autore. Un neonazista (svastica tatuata sul polso, ritratto di Hitler
in camera) appena uscito di prigione viene mandato in una comunità di
recupero in un vicariato di campagna, sotto il controllo di un pastore
protestante. Si comporta male, naturalmente. Quando il sacerdote lo spinge
a trovare uno scopo ai suoi giorni, risponde beffardamente di voler fare
una gigantesca torta di mele con i frutti del giardino. Ma l'albero di
mele, come gli esseri umani raccolti nel vicariato, sembra costantemente
colpito dalla sfortuna: viene attaccato dai corvi, poi dai vermi, poi dai
fulmini. Il sacerdote, vedovo, padre di un bambino paralizzato, malato di
tumore, con santa letizia ignora e altera la realtà per proteggersi dal
dolore. Ma tutto cambia quando il protagonista insinua: «Se fosse Dio
che ti perseguita, e non Satana che ti mette alla prova? Dio ti odia...».
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da La Repubblica (Roberto Nepoti) |
Una più che
originale parabola di produzione danese, molto nera, presentata in varie
manifestazioni internazionali e premiata come miglior film all'ultimo
"Noir in Festival" di Courmayeur. Adam (Ulrich Thomsen, visto in
Festen
e come avversario di 007) è un neonazista in stato di perenne incazzatura
col mondo. Condannato ai servizi sociali obbligatori presso la parrocchia
di Ivan, pastore d'anime bello e serafico, riceve da questi l'incarico di
confezionare una torta con i frutti di un melo che dovrà curare
personalmente. L'albero, però, subisce ogni sorta d' aggressione: dagli
uccelli famelici ai vermi, fino al fulmine (intervento di Dio? del
Maligno?). L'uomo da redimere è violento e se la prende con gli altri
ospiti della piccola comunità di recupero, sotto l'occhio paziente del
prete. Poco a poco, però, le parti s'invertono, ribaltando drasticamente
la dialettica tra vittima e carnefice. |
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TORRESINO
- giugno 2006