Il matrimonio è un
affare di famiglia
(Clubland)
Cherie
Nowlan
- Australia
2007
- 1h 49'
|
Quando hanno
genitori nel mondo dello spettacolo, i figli - dietro le quinte del
palcoscenico - difficilmente applaudono.
Il
matrimonio è un affare di famiglia
(il titolo originale,
Clubland, evoca proprio il rapporto tra arte e vita) viene dall'Australia, rarità
quindi per le nostre sale, e ci presenta un ritratto domestico bizzarro,
come le dinamiche interpersonali che sottende.
Una donna non più giovane (Brenda Blethyn, inglese dalla lunga carriera in
teatro, televisione, cinema, lanciata da
Segreti e bugie
di Mike Leigh e con due candidature all'Oscar come miglior attrice) ha un
glorioso passato di cabarettista da locale con lingua affilata dai doppi
sensi a sfondo sessuale. Ora però si esibisce quel poco che capita, di
giorno lavora in un fast food e cresce due figli - uno ritardato, l'altro
timido e facile alle sofferenze amorose - da sola. E' infatti separata dal
padre dei ragazzi, che fa la guardia giurata e ormai a tempo perso incide
dischi (lo interpreta Frankie J. Golden, anche nella realtà ex rock-star
leader di una band famosa in patria, Ol '55, specializzata nei remake di
hit dei Cinquanta, oltre che attore). Keith Thompson ha scritto un testo
su misura per Blethyn, portandolo poi alla produttrice Rosemary Blight nel
'96, e insieme hanno pensato - per dirigerlo - a Cherie Nowlan, regista di
documentari, spot pubblicitari e soprattutto di pluripremiate serie tv. In
attesa delle favorevoli condizioni per realizzarlo, Blight e Nowlan hanno
cominciato a lavorare insieme per il piccolo schermo, affiatandosi.
Blethyn è una vera mattatrice, sia sotto i riflettori che come madre
prigioniera del passato, in una casa di foto e trofei ferma agli anni 60,
burbera e iperprotettiva verso i pargoli più per l'esperienza delle sue
nozze finite, e per non rimanere sola, che per la felicità dei ragazzi.
Delicati e buffi gli approcci sessuali tra il figlio, vergine, e la
giovane fidanzata, estroversa ma complessata per il seno piccolo. 20 brani
in colonna sonora, con Janis Joplin, Bo Diddley, Little Richard. |
Federico Raponi -
Liberazione |
Dietro
un titolo misterioso da commedia brillante, si cela un classico dramma
edipico in stile ' 70, l'ombra di un Tennessee Williams corretto in una
notte fuori alla Pinter. Performance grandiosa di Brenda Blethyn (L’erba
di Grace), madre di origine
australiana e cabarettista in declino che lavora in una mensa, fa serate
con battute trash alla Bob Hope ma non si decide ad allentare la briglia
al figlio maggiore (l'altro è disabile) neppure quando trova la sua
bionda: notte di tregenda freudiana prima di accettare la nuora, si
ridiscute il bilancio affettivo di casa prima del the end con nozze.
Diretta dall' esperta di tv e spot Cherie Norland, è un' amara commedia
psicanaliticamente banalotta ma sorretta da un impegno collettivo del
cast, dal ritratto di una famiglia eccentrica nel frequentato genere che
di recente ha smosso nevrosi casalinghe ed additato quel potere
matriarcale ben impersonato da Diane Keaton. |
Maurizio Porro – Il
Corriere della Sera |
«Preferivo
mi dicesse che era gay!», sbotta Jean (Brenda Blethyn, miglior interprete
di
Segreti e bugie, secondo Cannes), madre
separata e cabarettista, quando apprende che il suo Tim (Khan Chittenden),
20 anni di ormoni e fantasia, vuole sposarsi. La vita ha preso a calci
questa povera cantante che ha un altro figlio, disabile, del quale si
prende cura con il primogenito. E se nel delicato ménage s'inserisce la
disinibita Jill (Emma Booth), addio rapporto privilegiato madre-figlio.
L'amore e il sesso comportano una crescita emotiva per i protagonisti.
Dove formazione e divertimento si tengono per mano alla perfezione.
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Cinzia Romani – Il
Giornale |
promo |
Tim, un
ventunenne timido e impacciato, sembra aver finalmente trovato la ragazza
dei suoi sogni, Jill. Tuttavia, sua madre Jean, una cabarettista sul viale
del tramonto, ha deciso di mettergli il bastone tra le ruote e impedirgli
a tutti i costi di coronare il suo sogno d'amore. Una storia
apparentemente banale, ma il tutto è raccontato con una leggerezza e, al
contempo, una profondità di descrizione delle psicologie che sono capaci
di toccare la testa e il cuore. Chi ricorda Brenda Blethyn in Segreti e
bugie e L'erba di Grace sarà di nuovo conquistato dalla sua straripante
verve, di donna-madre-despota. |
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LUX
- aprile/maggio 2008 |
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