Marguerite et Julien - La
leggenda degli amanti impossibili |
Rielaborata dalla regista con Jérémie Elkaïm dal lavoro di Jean Gruault (scritto per François Truffaut nel 1971), la sceneggiatura parte dall’infanzia privilegiata dei due protagonisti nel loro castello di Tourlaville, non lontano da Valognes (vedi Barbey d'Aurevilly e i suoi racconti sulfurei). Raccontata da una narratrice a una camerata di giovani donne, la storie vede Marguerite e Julien promettersi amore eterno nel corso di piccoli spettacoli domestici ("Oh My Love" come colonna sonora), cosa che insospettisce lo zio prete che consiglia di separarli. Il racconto procede al galoppo (col supporto di un vero cavallo) e dato che "è tempo di imparare a comportarsi seriamente nel mondo", Julien e suo fratello minore vengono mandati a studiare altrove e gireranno l’Europa per anni. Al loro ritorno la fiamma si riaccende, ma tra due giovani adulti stavolta, e nonostante le resistenze "morali" di Julien. La buona società sospetta il peggio (che ancora non è avvenuto) e fa sposare Marguerite a un uomo frustrato e minaccioso cui lei si rifiuta fino al giorno in cui Julien la porta via, concedendosi poi ai piaceri dell’amore carnale. Inseguiti dal marito di Marguerite, fratello e sorella fuggono con l’aiuto della madre (anche le domestiche sono spesso dalla loro parte). Braccati dalla polizia, tentano di scappare in Inghilterra perché Marguerite è incinta e l’incesto è punito con la pena di morte… Valérie Donzelli si addentra in una narrazione in precario equilibrio giocando sugli anacronismi (nella scena iniziale al cartello "c’era una volta" segue un elicottero…), quantità di riferimenti cinematografici e letterari (letture, scambi epistolari) e vari effetti visivi. Il suo proposito di distanziamento oscilla forse troppo tra fantasia teatrale e melodramma romantico libertario e le sue trovate rischiano di andare a picco come tutte le pietre del rimbalzello cui gioca Marguerite nel film. Ma questo forse non dispiacerà alla regista (e al suo accolito attore e co-sceneggiatore) che come i suoi personaggi rivendica la trasgressione che, si sa, è passibile di pena capitale in una società conformista. La passione, per quanto esaltante e naturale, giustifica ogni errore? |
cineuropa |
Marguerite e suo fratello Julien si amano
teneramente fin dalla primissima infanzia e non desiderano altro che
stare l'uno accanto all'altro. Crescendo, il loro affetto si converte
in un sentimento amoroso definitivo, inaccettabile per la società di
ieri, come per quella di oggi. Separati più volte forzatamente, si
aspettano e rinnovano ad ogni occasione la loro dedizione reciproca,
fino alla decisione di fuggire in Inghilterra e vivere come coniugi
sotto mentite spoglie. |
Marianna Cappi - mymovies.it |
promo Julien
e Marguerite de Ravalet, figlio e figlia del Signore di Tourlaville, si
sono amati teneramente fin dall'infanzia. Ma mentre crescono, il loro
affetto vira verso una passione vorace. Scandalizzata dalla loro
storia, la società li perseguita fino a quando, incapaci di resistere
ai loro sentimenti, fuggono. Una favola moderna sul desiderio,
passione, speranza, amore e morte. Partendo da una sceneggiatura
scritta nel 1971 da Jean Gruault per François Truffaut, Valérie
Donzelli si addentra in una narrazione in precario equilibrio giocando
sugli anacronismi, su effetti “a sorpresa” e su una quantità di
riferimenti cinematografici e letterari. Una storia senza tempo, avulsa
da ogni moralità, una favola moderna sul desiderio, passione, speranza,
amore e morte.
LUX
- giugno 2016 |