Leone d'argento (regia) e Coppa Volpi (miglior attore)
“La
vita é un diritto, non è un dovere”. Su questa riflessione di laica
essenzialità “vive” la tensione drammaturgica di
Mare dentro
che mette in scena la tormentata esistenza di Ramon Sampedro (un personaggio
davvero esistito, caso sociale nella Spagna del 1998), immobilizzato fin dalla
gioventù per una lesione alla colonna vertebrale, in lotta con la legislazione
spagnola che gli nega la libertà di morire. Quello dell’eutanasia è un tema che
altre volte il cinema non ha esitato ad affrontare (anche con il sorriso
beffardo del recente
Le invasioni barbariche), ma che qui
viene dipanato senza mezzi termini, con un impeto e una discrezione che lasciano
un segno di profonda, sofferta veridicità.
In tanta inquietudine esistenziale la misurata interpretazione di Javier Bardem e la rasserenante regia di Alejandro Amenábar (premiati entrambi al Festival, rispettivamente col Leone d’Argento e con la Coppa Volpi) danno a Mare dentro un tocco di intrinseca armonia che blandisce la violenza etica del suicidio assistito. Ramon, che non accetta di condurre un’esistenza che lo fa sentire altro da sé e che sopravvive ai suoi giorni di triste immobilità dando libero spazio alla sua fantasia. Ramon che rivive, con fulgida concretezza, la gioie del suo passato e il traumatico tuffo nel mare che gli ha spezzato la spina dorsale. Ramon che si alza dal letto e ci fa volare con lui, in soggettiva, sopra i verdi paesaggi della Galizia. Ramon che nel bacio appassionato di Julia trova un momento di pace al suo asfittico vivere di sogni. Ramon Sampedro prima che la dignità di una scelta di morte trova in Mare dentro la dignità di un personaggio, vero e indimenticabile. “Permetti a questa immagine serena di impadronirsi di te”: le parole con cui comunica il suo universo poetico, diventano anche chiave di lettura per un approccio sublimante alla sua storia, satura d’amore quanto di amarezza e disperazione. |
ezio leoni - La Difesa del Popolo 19 settembre 2003 |
LUX - settembre 2004
Alejandro Amenábar 1996
Tesis |