Per
qualcuno, il miglior film di Alejandro
Amenábar
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Enrico Magrelli - Film Tv |
Le tende non si aprono mai nella grande villa isolata: la luce potrebbe far male alla pelle sensibile dei due figli bambini. Pallida e sola, la bella signora inglese (Nicole Kidman, fredda e disperata come non mai) spera ancora nel ritorno del marito, che è partito per la guerra (II mondiale) e si è disperso sul fronte occidentale. Aiutata da tre nuovi domestici (la governante, il giardiniere e una mutolina), la donna lotta contro angosce e paure: nella notte strane voci e rumori si sentono nelle antiche stanze... Alejandro Amenabar, nuovo talento del cinema spagnolo, ha letto e visto le opere giuste (Giro di vite del sommo James, Suspense di Jack Clayton). Così, costruendo la sua favola-incubo, The Others, crea l'atmosfera, chiude le porte a doppia mandata e fruga nel baule delle vecchie foto. Il terrore scandisce la nostra vita, ma l'ipotesi più agghiacciante è che l'infelicità possa durare anche oltre la morte. |
Claudio Carabba - Sette |
Era dai tempi d'oro della Hammer che non si vedeva una storia horror tesa e al tempo stesso paradossale come quella raccontata da Alejandro Amenabar in The Others. Nei primi anni sessanta, infatti, Jack Clayton e Michael Carreras erano bravissimi a raccontare storie surreali d'epouvante, come le definivano i critici francesi. Con mezzi molto più notevoli, Amenabar compie la stessa operazione. La storia è ambientata nel secondo dopoguerra: una giovane vedova con due figli piccoli vive in una villa sperduta aiutata da inquietanti domestici. I bambini soffrono quando sono raggiunti dalla luce del sole, la donna soffre di evidenti nevrosi come tutte le anglosassoni intrise di cultura vittoriana (e l'horror della Hammer era proprio una risposta a questa cultura), c'è anche il marito morto che a un certo punto si ripresenta: ma alla fine del film saremo di fronte a molte sorprese che rovesciano i presupposti di partenza. Ma il film veramente si regge sull'algida immobilità di Nicole Kidman, che funge da fulcro per tutto lo svolgersi della vicenda. Un film di genere realizzato con ottimo mestiere, proprio come si recensivano una volta questi film: non sarà forse geniale, ma si vede volentieri e un paio di salti sulla sedia sono davvero garantiti. |
Stefano Della Casa - L'Unità |
LUX
febbraio
2002
cinélite
TORRESINO
all'aperto:
giugno-agosto 2002