«Te
lo dico subito, non posso essere tua amica». Molti grandi amori cominciano
con un diniego. Quello di Eli e Oskar però non è un amore come gli altri.
Perché entrambi hanno 12 anni, anche se come precisa lei «non ricordo più
da quanto». Perché Oskar è perseguitato dai bulli della scuola mentre Eli,
così fragile in apparenza, è forte e decisa. E perché, come scopriremo
poco a poco insieme ad Oskar, Eli deve bere sangue umano per vivere. |
Fabio Ferzetti - Il Messaggero |
Non c'è dubbio. Lasciami entrare è, ad oggi, il miglior film dell'anno cinematografico. La pellicola di Tomas Alfredson possiede la grazia di chi sa sfiorare le corde della libertà formale senza strafare. Storia di vampiri, questo film artico, innevato, di un gelido bianco esteriore che ovatta rumori, sentimenti, fragilità interiori e distanze sociali. […] Alfredson, assieme all'ispirato direttore della fotografia Hoyte van Hoytema, appoggia la macchina da presa sempre qualche metro prima dei fitti rami e tronchi, come di muri e finestre di bassi caseggiati, inventando un'angolazione ideale, una distanza morale dell'occhio della cinecamera per rendere preziosi fuori vista allo spettatore più debole di stomaco. Più che un'esibizione in dettaglio, quindi, nel quadro appaiono involucri che celano l'inguardabile: quelli architettonici delle case per nascondere la solitudine dei suoi inquilini, quelli fisico-corporei delle vittime di un assassino che sta seminando orrorifico panico in paese. Invece di prendere strade grandguignolesche, come tema portante vorrebbe, Alfredson gira una favola sulla diversità elevando a potenza l'essenza del freak cinematografico. Eli, dannata per nascita, scompare e ricompare quasi soltanto agli occhi di Oskar, a sua volta costretto a sentirsi ai margini dai bulli della scuola. Il vampirismo si carica di tutto il simbolismo erotico che tradizione vuole; il bullismo diventa una fastidiosa piaga sociale; mentre il sangue, elemento ricorrente, lava finalmente l'onta di un'ingiusta emarginazione. |
Davide Turrini - Liberazione |
cinema invisibile TORRESINO febbraio-giugno 2009
promo |
Lo schermo si illumina di sentimenti adolescenziali raramente rappresentati con tanta forza e finezza, sfuggendo tanto l'ipocrisia quanto la dittatura del dover-vedere e dover-sapere tutto. Un autentico gioiello, che "usa" il genere trasfigurandolo in qualcosa di ben diverso (e dal quale si esce turbati come capita di rado), una storia di vampiri di un gelido bianco esteriore che ovatta rumori, sentimenti, fragilità interiori e distanze sociali. Invece di prendere strade grandguignolesche Alfredson gira una favola sulla diversità elevando a potenza l'essenza del freak cinematografico e il vampirismo si carica di tutto il simbolismo erotico che tradizione vuole. |