Frank Gehry
- Creatore di sogni
(Sketches of
Frank Gehry) |
da Film Tv (Mauro Gervasini) |
Gli ultimi film prodotti o diretti da Sydney Pollack (Il paziente inglese, Destini incrociati, The Interpreter...) non sono all'altezza di ciò per cui lo amiamo (Tootsie, Yakuza, Corvo rosso non avrai il mio scalpo, I tre giorni del Condor) ma va detto che il nuovo lavoro, questo documentario dedicato a uno del più geniali architetti del mondo, riconferma la sua entusiasmante intelligenza e la sua sensibilità di cineasta. Curiosa la genesi. Lo stesso Frank Gehry si presenta a Pollack chiedendogli di realizzare un film su di lui. Il regista risponde di non sapere nulla di architettura e di non aver mai girato un documentario. «Per questo sei la persona giusta», risponde l'architetto, che nel lungometraggio viene raccontato dagli amici artisti (tra i quali il randagio Julian Schnabel) quasi come il protagonista di un fumetto. Pollack è uomo troppo curioso e colto per non appassionarsi totalmente all'arte di Gehry, alla sensualità dei suoi giochi di luce, all'immensa bellezza del Guggenheim di Bilbao, ma nel documentario c'è spazio anche per gli aneddoti. Alcuni francamente gustosi, come quello riportato da Charles Jencks, altro architetto. Un giorno che Gehry si accorse di non avere abbastanza luce in bagno per potersi radere, prese un martello e si aprì un piccolo lucernaio nel tetto. Poi si fece la barba. Pollack irrompe sulla scena insieme al suo protagonista, gli gira intorno con la camera digitale in mano, cerca di capire una materia di cui appunto non sa nulla. L'impianto del documentario è tradizionale (con le interviste a incastrarsi in un percorso lineare), non siamo al cospetto di Werner Herzog e della sua non-fiction. Tuttavia l'aspetto didattico dell'operazione era nelle intenzioni dell'architetto committente e del realizzatore. La fluidità dei discorsi, l'eccezionalità delle creazioni di Gehry, la libertà antiaccademica della sua architettura rendono questo Creatore di sogni un film molto piacevole e... istruttivo. |
da Il Messaggero (Roberta Bottari) |
Quell'uomo mite, cartesiano, che cammina con le spalle curve e ostenta un profilo basso, nasconde qualcosa di geniale, lo si capisce subito. Questa volta, però, non si tratta del tenente Colombo, ma di Frank Gehry, l'architetto che ha creato il Guggenheim di Bilbao. L'unico uomo che Sydney Pollack ha giudicato così interessante da dedicargli un documentario. Il regista lo definisce un pittore che anima i movimenti dell'abitare e, quindi, del vivere. Forse per questo Frank Gehry - Creatore di sogni è un appassionato racconto di vita. In cui si dà voce al protagonista e al regista (amici da sempre) come ad altri compagni di scorribande artistiche: Dennis Hopper, Julian Schnabel, Bob Geldof... E mentre sullo schermo scorrono le riprese delle opere di Gehry, Pollack tiene a bada la sua personalità, scomparendo per poi far sentire la sua autorevole presenza solo quando serve. Partendo dai disegni originali, il regista esplora la miracolosa trasformazione da sbilenchi schizzi a matita a capolavori. Nel film si sorride e ci si emoziona, perché niente commuove come la nascita di un capolavoro. E fa tenerezza Pollack, mentre cerca di rubare a Gehry il segreto della creatività, unita all'understatement, perché tutto quello che riesce a strappargli è: «Sono nato modernista, per me ogni decorazione è un peccato». |
da Rolling Stone (Raffaella Giancristofaro) |
Uno dei nomi più originali dell'architettura contemporanea, autore di vere e proprie meraviglie come il museo Guggenheim di Bilbao, il protagonista di questo affettuoso medaglione lascia entrare Pollack nel processo creativo del proprio lavoro, e nel terrore che ne accompagna il percorso. Dall'idea ispiratrice alla fase dell'abbozzo fino ai tentativi di visualizzarlo, coadiuvati dalla tecnologia tridimensionale e dalla perizia paziente dei collaboratori. Tra le testimonianze di amici, clienti, estimatori, spicca quella curiosissima dei suo anziano psichiatra. «Le persone che vengono da me mi chiedono di aiutarle a risolvere i loro problemi. Quando viene da me un artista, mi chiede come cambiare il mondo». A metà tra film industriale e ritratto di personalità eccentrica, tra paure e narcisismo ugualmente incombenti, un lavoro pulito e ironico che riafferma l'urgenza di una visione del bello. |
cinélite TORRESINO all'aperto: giugno-agosto 2007