Chiedi alla polvere (Ask the Dust)
Robert Towne - USA 2006 - 1h 56'

da Il Tempo (Gian Luigi Rondi)

        Torna John Fante, lo scrittore italo-americano, nato in Colorado da una famiglia di emigranti, di cui si è già visto, ridotto per il cinema, il primo dei suoi romanzi, Aspetta primavera, Bandini. Lì ricostruiva le vicende del padre, un muratore abruzzese diviso fra la moglie e i figli e un’avventura con una ricca americana. Nel film di oggi, riscritto sulla base del suo libro più celebrato, Chiedi alla polvere, da Robert Towne, il regista di Tequila Connection, si ricostruiscono le vicende dello stesso Fante, nascosto sotto il nome di Arturo Bandini, quando cominciò sotto auspici piuttosto negativi la sua carriera di romanziere a Los Angeles, dove era arrivato povero in canna dal natio Colorado, soprattutto desideroso di imporsi in una società, indurita dagli anni della Depressione, in cui il suo nome italiano era ostacolo. Eccolo comunque incontrare una cameriera messicana, Camilla Lopez, anche lei ansiosa di liberarsi dalle sue origini per vincere il razzismo da cui attorno era oppressa. Tra i due esplodeva l’amore, tenuto però a freno da entrambi perché poteva impedire quell’integrazione nella società americana al vertice delle loro comuni aspirazioni. Da qui un’altalena di situazioni contraddittorie e contrastanti che, se a un certo momento non impedirà a lui di farsi un nome nelle lettere americane, vedrà lei a poco a poco soggiacere alle droghe e alla tisi, chiudendo precocemente una vita in cui non aveva quasi conosciuto la felicità. Una storia d’amore, ma anche, per il personaggio principale, una storia di formazione. Tra affanni, ristrettezze, speranze spesso deluse, con quel sogno della letteratura che però, alla fine, pur dopo molto patire, verrà realizzato. Robert Towne ha messo l’accento sia sull’amore sia sugli esordi letterari, inserendo con attenzione i suoi personaggi in una Los Angeles anni Trenta vista soprattutto in ambienti squallidi, piccoli alberghi, bar di periferia, e facendovi emergere, ad una ad una, tutte le difficoltà di quell’amore fra i due che è il filo rosso attorno al quale, tra alti e bassi, si snoda tutta la vicenda. Cedendo un po’, dati certi temi, a una letterarietà che rischia di sfiorare la retorica e, nel finale, dopo la morte di lei, a un sospetto male esorcizzato di patetismo. Con accenti, tuttavia, spesso coinvolgenti e commoventi. Grazie anche, ma forse soprattutto, alla presenza, nelle vesti di Arturo, di Colin Farrell, molto più convincente qui che non in Alexander e, in quelle di Camilla, della messicana Salma Hayek, già apprezzata come Frida Kahlo in Frida.

da Il Messaggero (Fabio Ferzetti)

        La prima cosa di cui non ci si dovrebbe fidare trasformando un libro in un film sono le parole. La pagina è la pagina, lo schermo è lo schermo, tutto ha un peso, un senso e un ritmo diversi. La seconda cosa da evitare è l’interiorità: una voce narrante funziona se nasce insieme al film, quando invece riassume un romanzo in prima persona i rischi si impennano. Altra sirena da evitare: l’alone di leggenda che luccica intorno allo scrittore e alla sua vita, particolarmente insidioso nel caso dell’autobiografico John Fante. Purtroppo il Chiedi alla polvere di Robert Towne, glorioso sceneggiatore hollywoodiano (L’ultima corvée, Chinatown, Yakuza...), non schiva nessuna di queste trappole, anzi sembra quasi volerci sprofondare con la voluttà dell’innamorato accecato dalla passione. Da quando diventò amico di Fante, nei suoi ultimi annidi vita, Towne voleva infatti adattare questo romanzo. L’entusiasmo traspare nelle scene più riuscite, peraltro puramente illustrative, ma gli prende la mano quando forza questa derisoria epopea in prima persona in troppe direzioni contraddittorie.
Chi è davvero Bandini, aspirante scrittore ansioso di vivere e di amare solo per aver qualcosa da trasferire sulla pagina? Un sognatore, un artista ancora cucciolo, un cattolico posseduto dai sensi di colpa, un immigrato smanioso di integrazione? Tutto questo insieme naturalmente, come suggerisce Baricco nella prefazione all’edizione Einaudi. Ma se al non eccelso Colin Farrell manca lo spessore per suggerire tanti sentimenti e conflitti, è anche vero che lo script si perde in una moltitudine di episodi e di sentimenti che stentano a fare davvero corpo.
Pensiamo alla scena del terremoto che sorprende Fante/Bandini in spiaggia, peraltro una delle migliori del film. Nel film quella devastazione improvvisa corrisponde a una specie di illuminazione sulla transitorietà e insensatezza della vita. Ma nel libro è centrale il cattolicissimo senso di colpa per la morte di Vera, l’ebrea ustionata e un po’ folle che Bandini aveva amato la notte prima (perfetta l’attrice, Idina Menzel).
Altro esempio: è difficile, in un film tanto patinato, cogliere il groviglio di emozioni violente che agita Bandini davanti alla desiderabilissima messicana Camilla (Salma Hayek), condannandolo a poterla amare solo se prima la insulta e umilia, e comunque passando attraverso ripetuti fiaschi sessuali. Quelle di Farrell sembrano le provocazioni di un esperto seduttore più che le mattane di un immigrato spinto da forze che nemmeno lui capisce. E via divagando, un occhio al mito di Fante, l’altro al richiamo divistico dei protagonisti. Ironia della sorte: Bukowski, grande riscopritore dello scrittore italo-americano, aveva appena trovato il "suo" film con
Factotum
. Fante invece dovrà aspettare ancora un po’.


promo

Cantore delle anime inquiete che approdavano negli anni ‘30 sulla West Coast, amato da Bukowski, John Fante arriva al cinema col suo titolo più famoso, per la regia di Robert Towne, grande sceneggiatore anni '70 (Chinatown e L’ultima corvée). Nella Los Angeles della Depressione conflitti di razze, classi e amori: lo scrittore italo americano Bandini, alter ego dello scrittore, ama una cameriera messicana fra mille contraddizioni, umiliazioni, complessi. La letterarietà rischia di sfiorare la retorica, ma Colin Farrell e Salma Hayek riescono a trovare accenti di commossa partecipazione: la passione che fa tappa in paradiso poi vira all' inferno...

TORRESINO - maggio 2006
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