miglior attrice protagonista (CATE BLANCHETT) |
Riconoscere
che un film è di
Woody Allen
in fondo è facile, bastano i titoli di testa in carattere Garamond,
sempre bianchi su fondo nero, con armonie swing-jazz a corredo.
Individuare il suo tocco d'autore nella struttura stilistico-narrativa
di un film è invece operazione critica più complessa. Nel nuovo
Blue Jasmine i "segnali" ci vengono dal blaterare compulsivo della
protagonista che arriva in aereo da New York a San Francisco, dal suo
caricaturale imbarazzo mentre si accasa presso la sorella Ginger, dal
"teatrino" di grana grossa che portano in scena l'ex marito e
il nuovo
fidanzato di quest'ultima. Ma per il resto il taglio di quest'opera n°
47 è lontano sia dalla comicità arguta degli inizi, sia dalle
sfaccettate, amabili introspezioni che hanno ravvivato la filmografia
del nostro Woody da Io a Annie a
Anything Else. Se
Match Point era
stata una sorpresa "in giallo" dove cinismo e ipocrisia (al maschile)
erano la carta vincente, qui il ritratto di Jasmine che si configura
sullo schermo è quello di una donna depressa e disperata (qui blue sta per triste), inesorabilmente ancorata ad un agiato passato
che ormai l'ha abbandonata. |
ezio leoni - La Difesa del Popolo - 22 dicembre 2013 |
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Dopo aver visto il suo matrimonio distrutto e la sua agiata esistenza completamente compromessa, Jasmine lascia New York per trasferirsi a San Francisco. Stabilendosi nel piccolo appartamento della sorella Ginger, Jasmine tenterà di fare ordine nella sua vita... Quella di Allen è un'amarezza contagiosa che scava nel profondo della precarietà esistenziale della sua protagonista. Jasmine non fa che mentire a se stessa, al suo cuore e a quanti l'avvicinano: non ci sarà sbocco per il suo fallimento perché la menzogna può generare solo delusione e rifiuto. L'intensa credibilità di cui il personaggio via via si arricchisce va a merito anche di una straordinaria Cate Blanchett e tutte le interpretazioni che le fanno cornice sono azzeccate e funzionali, dal marito Alec Baldwin alla sorella Sally Hawkins. |
LUX - gennaio 2014 |