We Want Sex
(Made
in Dagenham)
Nigel Cole - Gran Bretagna
2010 -
1h 53' |
Sembrava
lotta di classe, invece era guerra dei sessi. Proprio così, solo che
quella volta non si combatteva in casa ma in fabbrica (che poi era "la"
fabbrica: la Ford). E a battersi per ottenere pari diritti e compenso era
un pugno di operaie giovani, agguerrite, incredibilmente unite. Ma
soprattutto abbastanza inesperte da infischiarsene della politica e di
stratege sindacali. Dunque destinate, oggi sembra incredibile, alla
vittoria. Il tutto nel fatidico 1968, che in Inghilterra evidentemente fu
tutta un'altra cosa.
Applaudito al festival di Roma sotto il titolo furbacchione di
We Want Sex
(in originale si chiamava
Made in Dagenham,
che non fa venire esattamente l'acquolina in bocca), il nuovo film diretto
dal regista di Calendar Girls e
L'erba di Grace,
Nigel Cole, è un perfetto esempio di quelle commedie sociali nelle quali
gli inglesi sono maestri (ma per favore lasciamo in pace
Ken Loach, che ha
ben altre ambizioni).
La formula è collaudata. Prendi un gruppo colorito e decisamente,
orgogliosamente minoritario (disoccupati, pensionati, emigranti). Cucigli
adosso una vicenda di lotta e riscatto, meglio se vera. Scegli attori (qui
attrici) irresistibili, che nel Regno Unito non sono certo una rarità, e
il gioco è fatto. Le operaie toste e simpatiche di
We Want Sex hanno il
merito supplementare di essere guidate dalla carismatica Sally Hawkins, un
metro e mezzo di grinta e dolcezza che riesce a fare la guerra in fabbrica
senza neanche mandare a rotoli la famiglia. Conquistandosi per giunta le
simpatie di una ministra, l'unica che capisce cosa passa per la testa di
quelle operaie confinate nell'ala più fatiscente della fabbrica e decise a
ottenere parità salariale, cosa assolutamente inaudita all'epoca (Miranda
Richardson con chioma alla Thatcher, ma il personaggio che interpreta si
chiamava Barbara Castle). Per poi conquistare alla causa, potenza della
solidarietà femminile, perfino la moglie del grande capo, che da brillante
laureata, ingioiellata e frustrata (serve gli aperitivi al maritino)
scavalca d'un balzo le rigide differenze di classe britanniche per portare
conforto alle operaie in sciopero. Tanto da andare a trovare la leader
nella sua casa di ringhiera, prestandole perfino un tailleurino rosa di
Biba, nome mitico di quegli anni, per non sfigurare con la ministra.
Naturalmente ogni licenza è permessa:
We Want Sex (il titolo nasce da uno
striscione srotolato a metà) non è un documentario, anche se sui titoli di
coda sfilano le vere operaie, ieri e oggi (ed erano molto meno allegre
delle loro interpreti). L'essenziale è non dimenticare mai lo sguardo
maschile, nelle sue varie declinazioni, su quella lotta e sul mondo che
svela. E un film che affida il lato migliore di quello sguardo a Bob Hoskins, il delegato sindacale incantato dal coraggio e dalla faccia tosta
delle sue colleghe, è un film che si fa amare da tutti. Senza distinzioni
di sesso e di età.
|
Fabio Ferzetti - Il Messaggero |
Spigliato
e divertente,
We Want Sex onora il filone ormai storico
della commedia proletaria all'inglese. Oggi che non è più possibile
prendersela sempre e comunque con la Thatcher, il tono rischia un po' di
sconfinare nel ridanciano-ammiccante, ma il regista Nigel Cole ha il senso
del limite e riesce a preservare il versante puro & duro del racconto
nella gradevolezza dello spettacolo per tutti. Si rievoca, infatti,
l'inopinata ribellione sessantottina delle operaie dello stabilimento Ford
di Dagenham, iniquamente abituate (a parità d'impiego con i maschi) a
percepire salari dimezzati e lavorare in situazioni ambientali degradate.
Timidamente incentivate dal sindacalista interpretato dall'impagabile Bob
Hoskins, le simpatiche e improvvisate rivoluzionarie intraprendono - come
successe nella realtà - uno sciopero a oltranza che finisce per bloccare
l'intera produzione britannica del gigante automobilistico statunitense.
Il merito del film, peraltro, più che nel nobile messaggio sta nello
scoppiettante vitalismo "al femminile" dei caratteri e delle battute
garantito dalla qualità del cast d'Oltremanica. |
Valerio Caprara - Il Mattino |
promo |
Commedia
operaia imperniata su un episodio autentico del '68. Nella
fabbrica Ford di Dagenham, Essex, 187 operaie "non qualificate"
entrano in sciopero per ottenere parità di diritti e di salario
con gli uomini. Una loro scritta proclama "we want sex equality";
ma l' ultima parola rimane nascosta, facendo risuonare la
rivendicazione come "vogliamo sesso". Il regista Nigel Cole si
avvale di una meticolosa ricostruzione d' epoca - dagli abiti ai
colori, allo stile dei film prodotti nei tardi anni Sessanta -
oltreché di un cast a prova d' errore e dirige con ironia e senso
del ritmo, barcamenandosi tra lo stile del cinema lavorista
inglese più felice e colorato, che ringraziava la signora Thatcher,
e l’ironia leggera di L’erba di Grace. |
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Donne in
bilico... senza rete |