Ogni
tanto arriva sui grandi schermi un film che, in punta di piedi, affronta i
temi dei quali dovremmo tutti parlare. È il caso di
American Life, il
nuovo lavoro di Sam Mendes che esce in Italia un anno dopo il debutto statunitense, ma è un
bene che faccia la sua comparsa a Natale, perché è davvero il più
genuinamente positivo e speranzoso dono sotto l’albero: altro che i cinepanettoni!
La storia sembra cominciare dove finiva quella
di
Revolutionary Road, e prende la strada esattamente opposta: se nella
tragedia anni ’50 la coppia Leonardo Di Caprio e Kate Winslet sognava di
trasferirsi all’estero e non riusciva a spostarsi di un millimetro dalla
propria casa e dalle convenzioni dell’America perbenista, in
American Life
la coppia John Krasinski e Maya Rudolph (lo so, non li conoscete, ma
sentirete molto parlare di loro) va oggi in cerca di una casa dove
crescere il proprio figlio non ancora nato, o meglio, va in cerca di una
casa dell’anima.
Un’idea di per sé davvero rivoluzionaria, in un’epoca in cui ai giovani
viene chiesto di accontentarsi della vita che tocca loro in sorte, con
tutti i limiti preconfezionati che comporta. In
American Life sono i
genitori di Burt (Krasinski) a compiere il grande passo che non erano
riusciti a fare Leo e Kate nel film precedente e a trasferirsi all’estero,
con la leggerezza egoista che caratterizza la generazione dei
cinquantenni, a quanto pare anche al di là dell’oceano. Ai due trentenni
Burt e Verona (Rudolph) non restano che le briciole, ovvero una
sistemazione precaria, un lavoro incerto e malpagato, e la totale assenza
di aiuti familiari.
«Siamo due falliti?», chiede Burt a Maya, in uno dei dialoghi più intimi e
sinceri del film. Maya lo rassicura, con un atteggiamento che è già
materno. Ed è nella tenerezza e nella verità di dialoghi come questo, in
cui la coppia si dà vicendevolmente coraggio, che risiede il messaggio di
speranza di Mendes: fintanto che ci saranno un uomo e una donna (con
magari un bambino in arrivo) disposti a parlarsi con il cuore e a pensare
(e agire) positivo, dice Sam, il mondo è certo di non andare a rotoli.
E questo nonostante tutto remi contro la giovane coppia. Nel loro
peregrinare per gli Stati Uniti in cerca di una dimora (atto di per sé
coraggioso e ottimista), Brad e Verona incontreranno infatti numerosi
esempi di infelicità domestica e di smarrimento esistenziale: dalla coppia
disfunzionale che cresce i figli parlando malissimo di loro («tanto non ci
sentono»), a quella new age convinta della propria infallibilità, a quella
che compensa un’infertilità congenita con una sovrabbondanza di adozioni,
alla sorella single di Verona che, pur bellissima e affermatissima nel
lavoro, è incapace di costruirsi una vita affettiva. Non c’è condanna per
nessuno di questi personaggi, tranne la coppia new age che in effetti è
davvero irritante, ma è evidente che non sono questi gli esempi che Burt e
Verona intendono seguire, né sono queste le persone che vogliono avere
vicino. Intorno a loro c’è l’America spaventosa della crisi economica, con
i suoi disoccupati, le sue case pignorate, le sue miserie esposte, ma ci
sono anche i grandi spazi naturali, le strade che sembrano non avere fine,
e quel monito implicito nell’ethos americano ad andarsene via da dove non
si sta bene (Away we go è il titolo originale del film, che avrebbe potuto
essere felicemente tradotto con Vieni via con me, invece che con un gioco
di parole basato sul massimo successo del regista) per trovare il proprio
posto nel mondo.
Con tenerezza commovente Mendes e i due attori protagonisti (bravissimo
Krasinski) tracciano il ritratto di una coppia giovane che ce la farà
perché si tiene stretti i valori autentici e non perde la speranza di
costruire un futuro a sua misura, invece che entrare nel grande gioco
della rottamazione collettiva e della sfiducia globale. Questi due giovani
sono americani nel senso migliore del termine: ottimisti, creativi,
disposti a mettersi in discussione e a cambiare ciò che non pare loro
giusto o adeguato, in un momento in cui, invece di gettare la spugna,
«devi essere molto più in gamba di quanto avevi mai immaginato».
La loro forza è la loro determinazione a non abbandonarsi l’un l’altro, a
rimanere al di fuori delle convenzioni, e ad ammettere la propria
fragilità senza delegittimare la propria forza come individui e come
coppia.
American Life
è un film prezioso in un momento in cui niente sembra avere un senso e uno
sbocco, soprattutto per i giovani, perché mantiene vivo il sogno, e mostra
come farlo diventare realtà. |