Assassini nati - Natural
Born Killers -
Oliver Stone
#
USA 1994 (118')
|
Cinema e violenza è un binomio spesso
"esagitato" e gratuito, ma occorre riprendere in considerazione
il discorso poiché con Assassini
nati-Natural Born Killers e Pulp
Fiction ci troviamo di fronte a due veri
casi-limite in cui la raffigurazione della violenza non è sfacciato
gioco commerciale, ma tentativo estremo di confrontarsi con la logica perversa
del vivere contemporaneo attraverso l'"arma artistica" del paradosso,
tra sgomenta denuncia e destabilizzante ironia. ezio leoni - La Difesa del Popolo - 15 gennaio 1995 |
VENEZIA
1994:
Gran Premio Speciale
della Giuria (Assassini nati) |
Non prendo molto seriamente la violenza. La trovo divertente, e questo in particolare nelle storie che ho raccontato di recente. La violenza fa parte di questo mondo e io sono attratto dall'irrompere della violenza nella vita reale. Non riguarda tizi che ne calano altri dall'alto di elicotteri su treni a tutta velocità, o terroristi che fanno un dirottamento o roba simile. La violenza della vita reale è così: ti trovi in un ristorante, un uomo e sua moglie stanno litigando e all'improvviso l'uomo si infuria con lei, prende una forchetta e gliela pianta in faccia. E' proprio folle e fumettistico, ma comunque succede; ecco come la vera violenza irrompe irrefrenabile e lacerante all'orizzonte della tua vita quotidiana. Sono interessato all'atto, all'esplosione, e alla conseguenza. Cosa facciamo noi dopo? Picchiamo il tipo che ha infilzato la moglie? Li separiamo? Chiamiamo la polizia? Chiediamo indietro i nostri soldi perché ci hanno rovinato il pranzo? Sono interessato a rispondere a tutte queste domande... Io ricavo una grande eccitazione dalla violenza nei film. La cosa peggiore al cinema è che non conta quanto ti puoi spingere lontano, quando si tratta di violenza c'è un paio di manette ai polsi che i romanzieri, per dire, non portano. Uno scrittore come Carl Hissen può fare ciò che vuole. Più è estremo, meglio è per i suoi libri. Nei film non hai tutta questa libertà... Per me la violenza è un soggetto del tutto estetico. Dire che non ti piace la violenza al cinema è come dire che al cinema non ti piacciono le scene di ballo. A me piacciono, ma se non fosse così, questo non significa che sia obbligato a impedirne la realizzazione. Quando inserisci della violenza in un film, ci sarà un sacco di gente a cui non piacerà, perché è una montagna che non possono scalare. E non sono deficienti. Semplicemente non è il loro genere. E non sono costretti a farselo piacere. Ci sono altre cose che possono vedere. Se tu sei in grado di scalare quella montagna, allora io ti darò qualcosa da scalare... Non cerco di predicare alcun tipo di morale né di diffondere un messaggio in particolare, ma, con tutta la ferocia dei miei film, io penso che di solito si arrivi ad una conclusione morale. Per esempio, trovo molto toccante e profondo da un punto di vista morale e umano ciò che succede tra Mr.White e Mr.Orange alla fine de Le iene... Scrivendo Assassini nati, però, non volevo che il pubblico simpatizzasse necessariamente con Mickey e Mallory. Desidero che piacciano alla gente, perché ogni volta che appaiono sullo schermo creano un disordine esaltante da vedere. Guardi la scena iniziale e pensi: "Ehi, questo era proprio bello, proprio divertente". Li vedi mettersi in posa e fare i fighi; sono romantici ed eccitanti. Poi li vedi uccidere persone che sai che non meritano di morire e dici "Aspetta un momento, non è più divertente. Perché mi diverto? E, soprattutto, perché all'inizio mi divertivo?" Quentin Tarantino (conversazione con Graham Fuller- American Movies 90 Ubulibri) |