da Film Tv (Emanuela Martini) |
C'è un ragazzo messicano, Stéphane, che fa il disegnatore e ha appena creato un calendario con le illustrazioni degli eventi più traumatici di ogni mese rimasti impressi nella memoria collettiva. I disegni sono fantasiosi e drammatici ma il calendario, è ovvio, non trova editori disposti a pubblicarlo. Il ragazzo ritorna a Parigi, chiamato dalla madre con il pretesto di un lavoro creativo (che in realtà non lo è). E c'è una ragazza, Stéphanie, sua vicina di casa, con la quale condivide nella vita reale incontri casuali e maldestri, sempre sbagliati, e invece, nel sogno, un fantastico percorso onirico comune e una enorme affinità. La ragazza fa oggetti di feltro, di pezza, di carta, un elefante, un cavallo, una macchina per scrivere, un paio di scarpe, «oggetti imperfetti e amichevoli», ideali per vivere di vita propria nel sogno incessante di Stéphane, la Stéphane Tv che si anima ogni notte da un micro-studio giocattolo insonorizzato con i cartoni delle uova. L'andirivieni è continuo, in questo L'arte del sogno (ma in originale è The Science of Sleep, la scienza del sonno), scritto e diretto da Michel Gondry, su un'idea maturata anni fa, prima di Se mi lasci ti cancello. Ci sono molte affinità tra i due film, entrambi poemi sull'amore concretamente impossibile e psichicamente irrefrenabile e interminabile: la sovrapposizione continua del piano fantastico e di quello reale, la malinconia che segna le quotidiane occasioni mancate, le incomprensioni, le banalità, la tenerezza delle due menti che si incontrano. Né con te nè senza di te, ma fuori di melodramma, in una struggente impossibilità amorosa che si colora di surrealismo e di amara commedia truffautiana. Percorso di ragni neri che si trasformano di volta in volta in rasoi elettrici o macchine per scrivere, di mantidi che combattono contro tartarughe argentate, di gattini impellicciati che suonano in un complessino, di nuotate contro lo skyline disegnato della città, L'arte del sogno vive sospeso in un'atmosfera "artigianale", ben riprodotta dalla tecnica d'animazione che rifiuta la perfezione digitale ed elettronica. Un film felice sull'infelicità e su quello che si affolla intorno a noi quando stiamo per addormentarci: secondo la ricetta di Stéphane, pensieri casuali, ricordi della giornata e del passato, amore, relazioni, canzoni ascoltate quel giorno. La stoffa di cui son fatti i sogni. |
da La Repubblica (Roberto Nepoti) |
Celebre per i
suoi clip, che hanno sovvertito l'estetica del genere, nel 2004 il
franco-newyorkese Michel Gondry ci sorprese con una commedia amara
insolitamente creativa interpretata da Jim Carrey,
Se mi lasci ti cancello.
L'arte
del sogno
è il suo primo film girato in Francia e, per l'occasione, Gondry ha inteso
non negarsi nulla. Ne ha fatto un po' la summa del suo surrealismo
postmoderno, viaggiando continuamente sul confine tra realtà e sogno e
abbandonandosi a una moltitudine di piste in totale libertà. |
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TORRESINO febbraio
2007