L'arte del sogno (La science des rêves)
Michel Gondry - Francia/Italia 2006 - 1h 45'

da Film Tv (Emanuela Martini)

        C'è un ragazzo messicano, Stéphane, che fa il disegnatore e ha appena creato un calendario con le illustrazioni degli eventi più traumatici di ogni mese rimasti impressi nella memoria collettiva. I disegni sono fantasiosi e drammatici ma il calendario, è ovvio, non trova editori disposti a pubblicarlo. Il ragazzo ritorna a Parigi, chiamato dalla madre con il pretesto di un lavoro creativo (che in realtà non lo è). E c'è una ragazza, Stéphanie, sua vicina di casa, con la quale condivide nella vita reale incontri casuali e maldestri, sempre sbagliati, e invece, nel sogno, un fantastico percorso onirico comune e una enorme affinità. La ragazza fa oggetti di feltro, di pezza, di carta, un elefante, un cavallo, una macchina per scrivere, un paio di scarpe, «oggetti imperfetti e amichevoli», ideali per vivere di vita propria nel sogno incessante di Stéphane, la Stéphane Tv che si anima ogni notte da un micro-studio giocattolo insonorizzato con i cartoni delle uova. L'andirivieni è continuo, in questo L'arte del sogno (ma in originale è The Science of Sleep, la scienza del sonno), scritto e diretto da Michel Gondryfilm successivo in archivio, su un'idea maturata anni fa, prima di Se mi lasci ti cancello. Ci sono molte affinità tra i due film, entrambi poemi sull'amore concretamente impossibile e psichicamente irrefrenabile e interminabile: la sovrapposizione continua del piano fantastico e di quello reale, la malinconia che segna le quotidiane occasioni mancate, le incomprensioni, le banalità, la tenerezza delle due menti che si incontrano. Né con te nè senza di te, ma fuori di melodramma, in una struggente impossibilità amorosa che si colora di surrealismo e di amara commedia truffautiana. Percorso di ragni neri che si trasformano di volta in volta in rasoi elettrici o macchine per scrivere, di mantidi che combattono contro tartarughe argentate, di gattini impellicciati che suonano in un complessino, di nuotate contro lo skyline disegnato della città, L'arte del sogno vive sospeso in un'atmosfera "artigianale", ben riprodotta dalla tecnica d'animazione che rifiuta la perfezione digitale ed elettronica. Un film felice sull'infelicità e su quello che si affolla intorno a noi quando stiamo per addormentarci: secondo la ricetta di Stéphane, pensieri casuali, ricordi della giornata e del passato, amore, relazioni, canzoni ascoltate quel giorno. La stoffa di cui son fatti i sogni.

da La Repubblica (Roberto Nepoti)

        Celebre per i suoi clip, che hanno sovvertito l'estetica del genere, nel 2004 il franco-newyorkese Michel Gondry ci sorprese con una commedia amara insolitamente creativa interpretata da Jim Carrey, Se mi lasci ti cancello. L'arte del sogno è il suo primo film girato in Francia e, per l'occasione, Gondry ha inteso non negarsi nulla. Ne ha fatto un po' la summa del suo surrealismo postmoderno, viaggiando continuamente sul confine tra realtà e sogno e abbandonandosi a una moltitudine di piste in totale libertà.
La traccia aneddotica è sottile. Stéphane Miroux giunge dal Messico a Parigi, dove la madre gli ha trovato lavoro come illustratore presso una fabbrica di calendari. Si scopre presto innamorato di Stéphanie, la vicina di pianerottolo con la quale condivide la dote della creatività. Però il giovane, troppo refrattario alla banalità del quotidiano, riesce a vivere solo attraverso i propri sogni. Troverà la chiave per farsi amare dalla vicina?
È più che evidente che il regista ha proiettato nel personaggio la propria immaginazione di adulto regressivo, che reinterpreta il mondo attraverso uno spirito di eterno bambino. Così facendo, gli permette di volare tra nubi di cotone e di visitare luoghi inesplorati, ma lo condanna anche a un'inettitudine patologica all'amore e al mondo reale. Risultato bizzarro, affascinante, euforico e melanconico insieme. Con le scenografie è stata allestita una mostra, a New York e a Milano.

 

promo

Michel Gondry (Se mi lasci ti cancello) rilancia con un fantasy in cui sposa l' arte del sogno a quella di amare seguendo un giovane disegnatore che torna a Parigi da mammà e si innamora della vicina del pianerottolo. Tra loro è un colpo di fulmine visionario: i due si scambiano fantasia e giocattoli (ma non è detto sia amore eterno) così come Gondry, regista di video e spot, prende al lazo il pubblico con una serie di meraviglie e trovate fantastiche, alcune irresistibili. Un autore personalissimo che sa giocare coi sentimenti, le paure, i misteri di cuore e cervello e che, con uno stile estremo, lieve e infantile, ci propone di fuggire dalla quotidianità verso un un irreale mondo parallelo. Non è questa l'arte del cinema?

TORRESINO febbraio 2007
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