Cinema
USA ancora in primo piano con due macchine spettacolari di diverso
genere ma di affine efficacia.
"Decolliamo" con
Air
Force One
e schieriamoci subito a difesa dell'action-movie di Wolfgang
Petersen, incredibilmente strapazzato da molta critica che l'ha trovato
sgangherato e reazionario. Certo
un film che presenta un presidente degli Stati Uniti come eroe "d'assalto"
e che ripropone fanatici cospiratori comunisti allo sbaraglio per riportare
in auge la grande madre Russia, è di rozza credibilità
politica. Ma se lo accettiamo come fumettone fantastico che gioca le
sue carte di avventura con la stessa sfacciataggine spettacolare di
Batman 4
e
Jurassic Park 2,
possiamo qui spendere meglio il nostro divertimento, in costante emozione
grazie ad una sceneggiatura organica e incalzante ed effetti speciali
debordanti, ma sempre mirati alla coreografia narrativa dell'insieme.
Che verte sull'attacco di alcuni "fondamentalisti" russi all'aereo
presidenziale, in viaggio di ritorno da Mosca dove Harrison Ford (eroe
cinematografico tutto d'un pezzo) ha tenuto un suo programmatico, duro
discorso di legalità internazionale. L'effetto dell'azione terroristica
sarà davvero "catastrofico" (la commistione dei generi
è calcolata per dar più forza alla suspense), ma la vittoria
dei "nostri" è assicurata visto che Harrison-presidente
oltre che probo uomo politico è padre-marito esemplare ed ex-marine
pruridecorato nella guerra del Vietnam...
Se
Air Force One sa tenere viva la suggestione immaginifica con
accattivanti interpretazioni e puntuali colpi di scena, l'ansia continua
che pervade Scream
dimostra come anche all'interno di un genere "basso" come
l'horror la qualità della composizione (dalla sceneggiatura alla
regia) possa permettere la realizzazione di prodotti cinematografici
di alto livello. In
Scream un maestro come Wes Craven esalta la suspense ammiccando
ai cliché del cinema stesso, citando classici seriali dell'horror
(Venerd́
13,
Hallooween,
il suo
Nightmare),
tamponando
i rigurgiti splatter della violenza con frenetici capovolgimenti
di fronte, minando le sicurezze (e le esistenze) dei protagonisti e
tenendo di continuo sulla corda l'attenzione (e l'angoscia) dello spettatore.
Ci troviamo di fronte all'ennesima storia di killer psicotici e innocenti
vittime scannate, ma se il veicolo narrativo gronda sangue, l'esposizione
filmica di Scream brilla per la vitalità contraddittoria
di ogni situazione e il calibrato dosaggio dei ritmi della tensione.
Pur schiacciando sul pedale dell'horror Craven non perde mai
di vista il pulsare del thriller, inserisce alcune amare considerazioni
sulla vacuità esistenziale della gioventù americana ipertelevisiva
e si concede scampoli di ironia anche nel culmine della suspense. "Non
uccidermi. Voglio tornare nel
sequel",
implora l'assassino nel finale...
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