Scream 2
Wes Craven - USA 1998 - 2h 2'

  

    Il sequel come tappa forzata del genere ("Non uccidermi. Voglio tornare nel sequel", implorava l’assassino nel finale di Scream), ma anche come occasione di riflessione su meccanismi di esibizionismo e ipocrisia che fanno da cornice all'esaltazione "comunicativa" dei media, all'informazione-spettacolo, poco importa se macabra e truculenta. L'incipit di Scream 2 è un'orgia di suggestioni mortali, un gioco al massacro in cui finzione e realtà si accavallano nell'isteria della "rito" cinematografico di massa. In quella sala dove i fan dell'horror (film) vengono all'improvviso coinvolti nella sconvolgente brutalità di una (reale) violenza affine, le maschere del "male" (che rimandano all'Urlo di Munch) acquistano la valenza di un coro da tragedia greca (che poi Craven espliciterà nella rappresentazione teatrale della scuola), ma l'incubo di una serata cinematografica segnata dal sangue si scrolla presto di dosso le riflessioni metalinguistiche per entrare nel vivo di un nuovo angosciante horror-movie. E se il fascino sottile del sequel mostra alla distanza la corda (i rimandi si stiracchiano e le soluzioni narrative debordano smaccatamente), il risultato cinefilo resta raffinato e avvincente. D'altronde, come ricorda uno dei malcapitati protagonisti: "in un sequel il numero dei morti aumenta, le scene del delitto sono più elaborate…"

ezio leoni -  the MOVIE connection - ottobre 1998