Più
che un verdetto politico, una sentenza epocale quella che ha fatto
piazza pulita della sinistra italiana (e i maligni dicono che Veltroni è riuscito lì dove Berlusconi aveva più volte fallito,
eliminare i comunisti dalla scena). Sembrano consolatorie
filastrocche quelle che si sciorinano Ferrero ("ahimè, gli errori
di Bertinotti") e Diliberto ("ahinoi la mancanza della falce e
martello"). Le lacrime di Giordano sono il commento più consono
alla realtà futura di una frangia radicale (?) che in prospettiva
non può che controfirmare il proprio funerale.
Gli uomini (e le donne) del PDI stupidi non sono: con una coalizione
che ha tutti i numeri per governare a lungo e indisturbata, le
istanze dell'opposizione saranno inesorabilmente cassate e, perso
per
perso, il farsi paladini di lavoratori
e sindacati delusi, di
frange
estreme o di derive moderate (spinte entrambe alla
rassegnazione) sarà una linea guida che darà scarsi risultati
concreti, ma che identificherà sempre più il Partito Democratico
come l'unica ala politica sotto cui rifugiarsi. E allora "bye bye"
(per sempre) sole che ride e arcobaleno che brilla!
Che il sorriso popolare e un progetto multicolore di pace ed etnie
abbiano poi una qualche prospettiva futura è una domanda su cui
l'asse Silvio-Umberto saprà glissare con affabulante protervia. Chi
intanto ne farà subito le spese sarà probabilmente la scuola, in
primis quella pubblica. Che i professori di lettere stiano all'erta,
si fa presto "a fare a pezzi la storia": non servono necessariamente
un metronomo e una mannaia (Jonas che avrà vent'anni nel 2000),
basta una riforma di bassa macelleria...
A fronte di una tale catastrofe
nazionale ben cosa appaiono ovviamente le nostre riflessioni
cinematografiche, musicali, letterarie, ma avere la redazione nel
cuore del prospero NordEst diventa in alcuni casi una proficua
occasione per rintracciare nell'informazione locale uno sguardo
forse campanilistico, ma autentico sulle dinamiche istituzionali. Che voto
dovevamo attenderci da un popolo che trasuda diffidenza per ogni
diversità e che auspica muri divisori fin negli spazi scolastici? |