Percorsi
a cielo aperto
Cinema Torresino ESTATE: sab. 12/7 - dom.
13/7 - lun.14/7
PEZZI DA OSCAR
9 oscar
per Il paziente inglese sono
troppi? No in fondo, perché l'effetto promozionale vale solo per
un elevato abbinamento di statuette. Scelto il fortunato è bene
puntare su quello. Qual era però il film giusto? Stilisticamente
certo Fargo,
in cui una commedia gialla violenta e sanguinaria sa rivelarsi cinico
momento di riflessione sullo squallore, umano e civile, che fa da anticamera
all'illegalità e al delitto (magistrale l'essenziale, asettica
drammaticità dei fratelli Coen). Ma mettendo in bilancio forza
emotiva e gusto popolare la scelta avrebbe dovuto ricadere su Shine
proprio per l'intensità con cui l'australiano Scott Hicks racconta
gioie e dolori dell'educazione musicale di un pianista-prodigio (turbato
nella psiche dalla severità paterna e dall'emozione del talento)
arrivando ad inebriare, con sorprendente originalità, la percezione
della visione. E Il
paziente inglese? La trasposizione
di Anthony Minghella (dal romanzone omonimo di Michael Ondaatje) è
un'opera sontuosa e iper-satura: di colori, di personaggi, di sentimenti,
di intrecci narrativi; il tutto costruito con sapiente e sfacciato manierismo
in un continuo alternarsi di storie parallele e di flash-back. Ma anche
se l'etica del melodramma si sfilaccia, la suggestione romantico-onirica
de Il paziente inglese
è indiscussa, specie se lo si guarda con distacco critico, come
da un aereo in volo, abbagliati dal riverbero delle dune...
e.l. |