Shine
|
Come osare una disanima di Shine senza
alle spalle un corposo bagaglio di studio ed esperienza musicali?
Ci assumiamo il rischio perché il fascino di certo cinema è
proprio quello di saper creare, con la freschezza di immagini e suoni
appropriati, l'atmosfera giusta per sedurre e coinvolgere chiunque, per
guidare con ispirata frenesia anche lo spettatore più impreparato
tra le gioie e i dolori dell'educazione musicale e dell'estasi artistica.
Shine
ha una sinossi essenziale narrando (è una storia vera) la tormentata
esistenza di un pianista-prodigio australiano - David Helfgott (oscar
come miglior attore protagonista) - che rimarrà turbato nella psiche
dal severità paterna e dall'emozione del talento. Ma l'aura di
predestinazione che lo avvolge e la "caduta" nell'anonimato
che per tanti anni lo relegherà ad un ruolo di marginale follia,
tramano nell'enfasi del racconto per arrivare alla vibrante ricomposizione
esistenziale che l'amore di una donna e la maestria mai sopita del suo
tocco di pianista regaleranno al suo destino ed alla commozione del pubblico.
Lo stile di Scott Hicks (tv, spot e videoclip alle spalle) cerca consonanza
col soggetto inebriandosi della musica (da Schumann a Chopin, da Beethoven
a Rachmaninov) e farfugliando talvolta, come il protagonista, nella descrizione
del suo evolversi psicologico. Ma nella sua stranita, intensa vitalità
musicale-umana-cinematografica, Shine sa talvolta inebriare, con
assoluta originalità, la percezione della visione: mentre lo si
guarda (ed estasiati lo si ascolta) viene un'improvvisa voglia di scorrere
le dita sui tasti di un pianoforte.
e.l. La Difesa del Popolo 29/12/96 |
7 NOMINATION - 1 OSCAR
|