Tutto o niente (All or Nothing)
Mike Leigh - Gran Bretagna 2002 - 2h 8'


sito ufficiale

da La Stampa (Lietta Tornabuoni)

      Mike Leigh film successivo in archivio, il gran regista inglese sessantenne, l'autore di Naked, Segreti e bugie, Topsy-Turvy, tenta ancora una volta la cosa più difficile al cinema: raccontare la vita quotidiana senza gioia, con molta fatica, con poca speranza, della gente comune lavoratrice, e fare tuttavia un film interessante, emozionante, bello. Tutto o niente è il ritratto struggente d'una famiglia della periferia Sud di Londra. Padre tassista, madre cassiera in un supermercato, due figli adolescenti obesi: una fa le pulizie in una casa di riposo per anziani, l'altro è ridotto dalla disoccupazione all'inerzia, all'aggressività, al turpiloquio. Nella desolazione d'ogni giorno si perdono i sentimenti d'amore, di rispetto, di stima. L'uomo è avvilito, la donna indurita, la ragazza abulica, il ragazzo violento: ma quando quest'ultimo ha una grave crisi cardiaca e viene ricoverato all'ospedale, le emozioni si riaccedono, gli scostanti vicini di casa risultano solidali e pronti a dare aiuto, i legami di famiglia si rivelano saldi. Il bel realismo di Mike Leigh portato agli estremi sfiora la retorica del dolore, ma la sua sensibilità rende spesso il film toccante. È decisivo il contributo di Timothy Spall, il padre. I suoi momenti di solitudine, di triste abbandono e di mal frenata esasperazione di fronte ai clienti futili o villanzoni del taxi, sono perfetti: un attore asciutto e semplice, intenso, profondo, capace di interpretare come meglio non si potrebbe la tristezza di un mondo che non riserva alcun momento di contentezza o di fiducia. Grande, grosso, grasso, non più giovane, è magnifico; ma tutti gli attori benissimo diretti sono ammirevoli, eredi d'una grande tradizione inglese di sapienza e bravura.

da Film Tv (Emanuela Martini)

      Tutto o niente non è il film più bello di Mike Leigh. É altrettanto doloroso ma meno emozionante di Segreti e bugie e meno apertamente caustico di Belle speranze e di Naked (e in questo l'edizione italiana non è aiutata da un doppiaggio mal riuscito, che rallenta il ritmo dello scarno dialogo, ne vanifica il naturale gusto della battuta ed esagera il falsetto di voci che, in Inghilterra, sono semplicemente "inglesi"). Eppure, come quasi sempre con Mike Leigh, è uno di quei film che aiutano a riordinare priorità e (anche dell'universo cinematografico), a riaggiustare equilibri e prospettive. Di fronte al pauperismo ormai un po' di maniera di Ken Loach e al naturalismo di certe rappresentazioni piccolissimo borghesi o proletarie, Tutto o niente svetta per la sua lucidità e la sua ricercata mancanza di compiacenza. Pochi giorni nelle vite intrecciate di alcuni abitanti di un mostruoso casermone della periferia di Londra; gli adulti (due tassisti, due cassiere di un supermercato, una casalinga alcolizzata) sono sempre più spenti, mentre i ragazzi e le ragazze scaricano la loro disperazione nell'aggressività o nell'autodistruzione della bulimia. Non c'è nulla di "affascinante" in quello che la macchina da presa inquadra: non il violento rancore dei giovani, né i loro abiti (da grande magazzino da quattro soldi e non da "street style"), né le loro facce già rattrappite su se stesse, né le loro pose che vorrebbero essere provocanti; non la silenziosa crisi esistenziale degli adulti, che non apre scorci di "eroica" provocazione (nonostante la giacca di pelle nera, il Phil di Timothy Spall è tutt'altro che un "taxi driver" cinematografico), ma fa solo i conti, giorno per giorno, con rapporti avvizziti dalla miseria, consumati in anni di squallori quotidiani; non l'ambiente, che non è realistico, ma reale, e nega qualsiasi suggestione immaginaria alle scritte che deturpano i muri come alle serate al pub. Eppure, in quelle facce di attori che paiono presi dalla strada e invece sono tutti straordinari professionisti (compresi i due ragazzi bulimici), in quei dialoghi scontrosi e in quei silenzi penosi, c'è un'umanità sconvolgente, quella che, per parafrasare Phil, se sapesse già cosa la aspetta quando si sveglia la mattina non si alzerebbe nemmeno. Parco di movimenti di macchina (Mike Leigh è uno che sa ancora dare l'indispensabile peso morale a un carrello o a uno zoom e li usa solo nei rari momenti in cui va dritto nel cuore dei personaggi), Tutto o niente ci chiama in causa, ci fa percepire la nostra distrazione e i nostri privilegi.


promo

L'amore di Penny per Phil sta svanendo. Lei lavora in un supermercato, lui è un gentile tassista. Quando il figlio Rory si ammala improvvisamente e viene portato in ospedale, i due riscopriranno il loro amore perduto... Mike Leigh, il gran regista inglese sessantenne (Segreti e bugie), tenta ancora una volta la cosa più difficile al cinema: raccontare la vita quotidiana senza gioia, con molta fatica, con poca speranza, della gente comune lavoratrice. E sa fare un film emozionante, bello che sfiora la perfezione.

LUX - maggio-giugno 2003