Coppa Volpi per la migliore interpretazione maschile, Venezia 1999
da Ciak (Stefano Lusardi) |
Topsy-turvy ovvero "sottosopra", è la parola chiave del mondo alla rovescia creato sulla scena da Arthur Sullivan e William Gilbert, maestri dell'operetta nella Londra di fine Ottocento. Ma è anche l'arte sottile applicata questa volta dal grande Mike Leigh in un film che, solo in apparenza, sembra lontano dalla sua filmografia ispida e realista. Mettendo "sottosopra" l'immagine rituale dell'epoca vittoriana e rendendo estremamente cinematografico lo spazio teatrale, Leigh utilizza Gilbert e Sullivan (interpretati con carisma e britannica sobrietà da Jim Broadbent, saggiamente premiato a Venezia, e Allall Corduner) e la preparazione del loro capolavoro Mikado, per una riflessione alta e sottile sui meccanismi dello spettacolo, eternamente scissi fra arte e botteghino, tradizione e innovazione. E gli basta un solo battuta - "lacrime, risate, sipario" - per offrirci una nuovo scampolo della sua filosofia del disincanto. |
da Film Tv (Enrico Magrelli) |
Lo sguardo e il corpo ingessato, nei vestiti e nella corazza di un carattere caparbio e burbero, di William Schwenck Gilbert si scaldano, con moderazione, mentre osserva con la moglie, le scene di vita, gli usi e i costumi, le tazze di tè verde, le spade dei samurai, lo spettacolo della cultura e della società giapponese in mostra nella Londra vittoriana di fine Ottocento. Il sodalizio artistico con Arthur Seymour Sullivan si è incagliato nella ripetizione, nella stanchezza, fortunata e ricca, di una fantasia meccanica, da repertorio. Sullivan aspira a portare in palcoscenico "il regno dell'emozione e del possibile". Questa coppia eterogenea e perfetta è una diade professionale inscindibile. Insieme dominano da anni i teatri e il mondo dell'operetta inglese (HMS Pinafore, The Pirates of Penzance, Iolanthe, The Sorcerer). Sono, da vivi, diventati due personaggi fondamentali e del panorama musicale. Incompatibili, litigiosi, stravaganti, geniali manipolatori di trame e melodie popolari. Inventori di quel mondo inverosimile e "sottosopra", adorato dal pubblico per almeno due decenni. Davanti ai quadri di vita giapponese affiorerà la prima idea di Mikado, uno dei loro ultimi successi. Quell'operetta, i malanni, le idiosincrasie, i viaggi, i dubbi, gli amori, le incomprensioni, le ambizioni, i contratti, le delusioni, le manie sono le note e gli accordi con i quali Mike Leigh compone questo film sorprendente, delizioso e arguto. La sorpresa nasce dal fatto che il cinema di Leigh (Belle speranze, Naked, Segreti e bugie, Ragazze), attecchisce nel presente e germoglia nei dialoghi, liberi, fitti e densi, dei suoi personaggi. In Topsy Turvy le angosce e le ansie personali sono nascoste e dissimulate dai costumi e dalle guardinghe, sottili e perfide schermaglie verbali. La delizia nasce dalla ricostruzione, tutta in interni, di un universo fatto di quinte, prove, abitazioni, salotti, uffici, bordelli e camerini: un capitolo prezioso di storia dello spettacolo. L'arguzia nasce dalla capacità di dare alla creatività e all'ispirazione la sana concretezza del lavoro. |