Tu devi essere il
lupo di
Vittorio Moroni
, premiato al festival di Ajaccio con il premio speciale
della giuria e per la migliore interprete, la giovanissima Valentina
Merizzi, la figlia liceale di un giovane che si è trovato a fare da padre
alla figlia della sua donna perché lei non ha voluto accettare la
maternità ed è andata a cercare la sua strada a Lisbona per poi tornare
tanto tempo dopo. Ma la figlia è già adolescente e non può che guardarla
da lontano. Il rifiuto della maternità è stato un tema poco esplorato,
così come il nostro cinema si è occupato pochissimo del rapporto
madre-figlia, inaspettatamente visto la retorica della maternità tutta
italiana. A dispetto di film come Bellissima di Visconti, la madre è una
presenza effimera, la fatina dai capelli turchini che svanisce nel
Pinocchio di Comencini, o la madre ragazzina di Verso sera della
Archibugi. Il film si chiede se sia decisivo il Dna o il tempo che si
dedica alla cura dei figli a designare la genitorialità. L'ambientazione è
una ovattata provincia, un paese della Valtellina, dai ricordi resi
palpabili solo dalle fotografie. E forse solo di una fotografia si tratta
e non di una vera presenza, quella donna che non sa riprendersi nella sua
seconda occasione quello che ha perduto. Ci sono nel film toni sobri, più
meditativi che lirici, una cura del dettaglio che si esprime da solo e che
inaspettatamente addolora.
Valentina Carnelutti e Ignazio Oliva nella
parte degli adulti di una generazione che spesso non ha voluto «vedere il
lupo» cioè la parte oscura...
«Ognuno dei personaggi - dice il regista - ha la possibilità di
rinchiudersi nella sua solitudine, il passo successivo è se confrontarsi
con quel lato oscuro e superarlo».
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Una
nuova via per la distribuzione di film altrimenti destinati "all'oblio".
Myself Distribuzione è l'idea venuta ad un gruppo degli autori di
Tu devi essere il lupo
per riuscire a vedere nelle sale il loro lavoro, finanziato quasi
interamente con contributi statali (il 90 per cento dei 2 miliardi e 400
milioni di lire del budget viene da finanziamenti pubblici), ma incapace
di trovare una distribuzione, come moltissimi altri film italiani e non. A
spiegare nel dettaglio l'iniziativa l'onorevole Piero Ruzante, il regista
Vittorio Moroni e la protagonista Valentina Carnelutti (ideatori di Myself
insieme al cosceneggiatore Alessandro Lombardo e all'assistente ala regia
Marco Piccarreda) e Ezio Leoni, curatore della programmazione del cinema
Torresino che da venerdì 6 a domenica 8 maggio proietterà il film.
«Indipendentemente dal valore del film, che come regista adoro
assolutamente - ha spiegato Moroni - mi sembrava ingiustificabile
che un'opera, finanziata e dunque in un certo senso "selezionata" dallo
Stato, fosse poi abbandonato a se stessa. Per questo abbiamo fondato
un'associazione che potesse portare il film nelle sale, per essere
giudicato dagli spettatori. Pensiamo che anche un piccolo film italiano
possa infatti avere il suo pubblico». L'idea più innovativa è quella
del "coupon", una sorta di prevendita. Con cinque euro lo spettatore
acquistava questo coupon che gli avrebbe dato diritto al biglietto e, dopo
averne distribuiti moltissimi in tutta Italia (a Milano e Roma è stata
raggiunta quota mille), Myself è stata diventata abbastanza forte da
riuscire a portare nei cinema
Tu devi essere il lupo.
Una dimostrazione di fiducia, in attesa che il film raggiungesse le sale.
Con la collaborazione della Pablo, il film, stampato in otto copie, uscirà
così in contemporanea venerdì a Roma, Milano, Torino, Lecce, Sondrio,
Morbegno (luoghi dove il film è stato girato) e appunto Padova, al cinema
Torresino (a Firenze uscirà invece con una settimana di "ritardo"). A far
conoscere il film a Padova, contribuendo anche alla diffusione dei coupon,
è stata Rosa Maria Salvatore, del dipartimento di cinema dell'Università
di Padova. |