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miglior attore protagonista (PHILIP S. HOFFMAN) |
da Il Corriere della Sera (Claudio Carabba) |
La campagna è quieta e senza vento. La macchina da presa si ferma sulla casa del massacro, nel Kansas desolato. «Laggiù» è attratto il brillante scrittore che vuole capire perché una famiglia di agricoltori è stata sterminata. Truman Capote - A sangue freddo, ben girato dal debuttante Bennett Miller, non è un’autobiografia, ma la ricostruzione della nascita di un capolavoro (A sangue freddo). Con uno strepitoso lavoro di scavo Philip S. Hoffman (Oscar!) penetra nel suo personaggio: i colloqui con i due assassini sono sconvolgenti, anche perché la forca è pronta. Il viaggio di Truman continuerà con altre voci, in altre stanze. Ma il cinismo è un peccato imperdonabile: nessuna preghiera sarà esaudita.
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da Il Sole 24 Ore (Luigi Paini) |
Truman
Capote - A sangue freddo,
di Bennett Miller, è la storia di un’ossessione. In un giorno di dicembre
del 1959 il geniale ed eccentrico scrittore americano legge su un
quotidiano una notizia che lo sconvolge: a migliaia di miglia di distanza,
nelle praterie del Kansas, quattro persone (padre, madre e due figli
adolescenti) sono state brutalmente uccise nella loro
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da Il Corriere della Sera (Maurizio Porro) |
Riprendendo il titolo del film di Brooks del ' 67 (cronaca di un eccidio del Kansas ' 59, famiglia trucidata senza perché) il neo regista Bennett Miller lo racconta guardando negli occhi Truman Capote che, intervistando due killer, raggiunse il top della carriera con un inedito romanzo-verità costato un'appassionata amicizia sul filo di un'ambiguità caratteriale, riconoscendo una zona buia comune dell'inconscio. Lo scrittore snob di Colazione da Tiffany, amato dai vip finché non diffuse i loro gossip, va con l'amica Harper Lee a indagare su quel fattaccio in cui rimase irretito emotivamente. Il film è bello e serrato, come una maxi indagine psicologica su un personaggio controverso e geniale che Philip Seymour Hoffman, occhialini, cappotto di cammello, parlata moscia, recita con un'adesione psicosomatica straordinaria e ironia: l'Oscar è suo. |
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TORRESINO
- marzo 2006