da La Repubblica (Paolo D'agostini) |
Chen Kaige ha voluto, con Together with you, cercare la semplicità. L'armonia della classicità. La capacità comunicativa, comunque, di un'opera che si affida all'elementare quanto eterno messaggio dei valori-chiave della vita. L'ex ragazzo prodigio del cinema cinese (La grande parata, Addio mia concubina, L'imperatore e l'assassino), colui che assieme a Zhang Yimou incarnò la cosiddetta Sesta Generazione dei giovani artisti di Pechino passati indenni (quasi) ma profondamente marchiati nell'animo attraverso i rigori della Rivoluzione Culturale, per fondare quel cinema cinese moderno che avrebbe percorso il mondo durante gli anni Ottanta imprimendo una grande svolta all'arte cinematografica di fine secolo, ebbene stavolta muta registro. Un padre (adottivo) e un figlio, un contadino ignorante ma sensibile e un ragazzino taciturno che con un violino in mano, all'età di tredici anni, è un Dio. Lasciano assieme il villaggio remoto per andare nella capitale dove il ragazzo deve partecipare al concorso di ammissione per la più importante scuola di musica della nazione, che gli dischiuderebbe le porte del mondo. È un film di percorso più che di obiettivo finale. È fatto dell'intreccio di incontri e di sentimenti che la coppia sperimenta strada facendo. Il primo maestro di violino, un tipo brusco e misantropo un po' salingeriano, e il secondo maestro di violino che invece è un marpione assai ben inserito nell'establishment. La ragazza squillo vicina di casa, la prima donna di cui l'adolescente si innamora. Gli alti e i bassi di stato d'animo nell'impatto con un contesto e una dimensione sconosciuti ai due campagnoli: impatto che diventa la misura dell'etica e del compromesso. Piace pensare che sullo sfondo, sia pur in lontananza, echeggi l'influenza del tocco neorealista italiano, la memoria di Vittorio De Sica nella delicata dinamica tra padre e figlio trasportata nella caotica scalata alla postmodernità di un paese in subbuglio e di una megalopoli tentacolare. Che peraltro Chen Kaige ci fa solo sfiorare e intuire per dati essenziali, senza sociologia. E piace notare che, come il Tom Courtenay di Gioventù amore e rabbia anche il piccolo Xiao Chun dia poca importanza al vincere e diventare ricchi e famosi: gli basta sapere di poter vincere. |
Violini cinesi
i giovedì del
cinema
invisibile
TORRESINO
ottobre-dicembre 2004
PRIMA VISIONE