The Man Who Cried |
da Film TV (Goffredo Fofi)
Si può non essere entusiasti di Sally Potter, esempio di regista intellettuale all'inglese (Orlando), di quelli/quelle che non hanno molto da dire e giostrano tutto di kitsch (Lezioni di tango); ma L'uomo che pianse è un bel melodrammone "a freddo". La potter sa quantomeno citare. Modello narrativo: la fiaba ebraica del '900 alla Joseph Roth, con una figlia al posto di un figlio. Modello registico Michael Powell (che la bellissima fotografia di Sacha Vierny rievoca), Minnelli (I quattro cavalieri dell'Apocalisse e altro) e Visconti. Naturalmente resta molto al di sotto, a cavallo tra Zeffirelli e Visconti, ma sa quello che fa: kitsch - e lo fa con maestria. Il suo film ha un grave punto a sfavore nell'inerte protagonista, e c'è qualche apparizione cavallina di troppo. Ma il gioco è giocato fino in fondo con spavalda coscienza. Da noi, chi sa fare ancora melodrammi così? Certo non Tornatore, il cui Pianista ha il progetto in comune con questo film: ma la differenza è che la Potter sa fare kitsch e Tornatore crede di fare arte.