Il poeta libanese Khalil
Gibran ha scritto che il segreto del canto risiede tra la vibrazione della
voce di chi canta e il battito del cuore di chi ascolta. Quella vibrazione
diventa potente al punto da scuotere la Storia se il cuore in ascolto è
quella di un intero popolo. E più o meno quello che è successo a Gaza due
anni fa, quando uno dei suoi figli, Mohammad Assaf, partecipa al talent
Arab Idol e lo vince. Riscattando, senza spargimenti di sangue, tutti
gli abitanti della Striscia. |
Gianluca Arnone - cinematografo.it |
Muhammad
Assaf ha il dono di una voce straordinaria e la sorella maggiore Nour lo
sprona a credere in se stesso. Ma nella miseria di Gaza è difficile anche
solo sognare di emergere. Quando Nour muore perché la famiglia di Assaf
non dispone dei soldi necessari per le cure, Assaf piomba nella tristezza
più cupa. Dodici anni dopo, la prospettiva di partecipare ad Arab Idol e
vincerlo diventa una ragione di vita. Una parabola chiaramente
consolatoria quella di Muhammad Assaf, divenuto simbolo di pace e
ambasciatore ONU solo grazie alle proprie doti canore, sufficienti a
ridare speranza al popolo palestinese. Assaf proviene dalla striscia di
Gaza, teatro di combattimenti perenni e circondata come una prigione a
cielo aperto: una realtà con cui Assaf si scontra per tutta la vita, fino
a dover falsificare la propria identità pur di raggiungere l'Egitto e
partecipare a Arab Idol. Hany Abu-Assad abbandona i teatri di guerra che
hanno caratterizzato Omar e
Paradise Now
per abbracciare un racconto popolare in cui il dramma palestinese resta
sullo sfondo. La paranoia è sempre in agguato, come dimostra la sequenza
thriller in cui Assaf attraversa il confine con l'Egitto, ma è stemperata
dal romanzo di un successo inaspettato che unisce un popolo e lo porta al
sorriso. |
Emanuele Sacchi - mymovies.it |
promo
Anni '50. Siamo a Gaza. Sinonimo di tanti
conflitti, distruzione e disperazione, ma per Mohammed Assaf e sua sorella
Nour, Gaza è la loro casa e il loro parco giochi. È dove, insieme ai loro
migliori amici Ahmad e Omar, fanno musica, giocano a calcio e hanno il
coraggio di sognare in grande. La loro band è alla buona, utilizzano
vecchi strumenti musicali, ma nonostante tutto hanno grandi ambizioni.
Mohammed e Nour desidererebbero cantare all'Opera Hall del Cairo; per
raggiungerla sarebbe necessaria una vita intera, ma Mohammed scoprirà che
per alcuni sogni vale la pena di lottare. Lungo la strada, Mohammed
incontrerà la tragedia e proverà la solitudine. Il mondo che lo circonda
andrà in frantumi. Nonostante tutto, comunque, Mohammed sa che la sua voce
lo libererà dal dolore che lo pervade, e porterà a un popolo senza voce la
gioia. Per pagarsi gli studi universitari canta ai matrimoni e guida un
taxi. Anche quando l'assedio nel territorio di Gaza si intensifica, e si
vive in una situazione sempre più minacciosa, Mohammed sa di avere un dono
raro; con la sua voce può far sorridere e dimenticare i problemi e i
dolori. Una sera, ecco la possibilità che il sogno si avveri: sente in tv
che i provini per "Arab Idol", lo show più popolare nel mondo arabo, si
svolgono al Cairo. I confini sono chiusi. Sembra non esserci via d'uscita.
Ma la voglia di realizzare un sogno è più forte di ogni ostacolo: ecco
l'opportunità di cambiare la sua vita e dare a un popolo senza voce la più
grande sensazione: la libertà di amare, vivere e sentirsi liberi.
Ispirandosi all'incredibile storia vera di Mohammed Assaf, Abu-Assad
semplifica e smussa dove può ma senza mai camuffare il contesto, passando
dai sogni dell’infanzia di Mohammad alla concretezza della corsa verso il
successo. L’emozione è sincera.
LUX
- aprile 2016 |