Il tempo dei cavalli ubriachi
(Zamani baraye masti Asbha) |
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Camera d'or |
Un film coperto di premi a Cannes:
Caméra d'or come miglior opera
prima (ex aequo con un altro film iraniano) e premio Fipresci della
critica internazionale. Iraniano di etnia curda, Bahman Ghobadi
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Bruno Fornara - Film Tv |
...Il tempo dei cavalli ubriachi è ammirevole per come riesce a sfuggire a un'infinità di trappole implicite nelle sue premesse. A priori, non è certo difficile commuovere chi sta seduto in platea, protetto e al sicuro da ciò che vede, con un soggetto come questo. Molto più difficile riuscire a commuoverlo senza martirizzare i personaggi, senza rinunciare mai al pudore e alla dignità. A ben vedere, quella di Ghobadi è una posizione coraggiosa anche a fronte del cinema iraniano, oggi tra i migliori del mondo ma che mostra la tendenza a un certo conformismo «di scuola». Se il regista non ha nulla da invidiare al senso dell'inquadratura dei suoi connazionali più conosciuti, la sua scelta è molto lontana dalla moda dei film alla Kiarostami: è soprattutto una scelta di emozioni, che rende questa storia intensa e coinvolgente nonché accessibile al grande pubblico. Qualcosa che evoca, e non soltanto per l'uso di attori non professionisti, l'esperienza del nostro neorealismo. |
Roberto Nepoti - La Repubblica |
promo |
Ghobadi, assistente di Kiarostami sa raccontare con forza cinematografica e pietà umana le storie del suo popolo: montagne innevate, freddo, crudeltà e miseria alla frontiera dell'Iraq. C'è la guerra, i bambini fanno i contrabbandieri, ragazzi-adulti pronti a battersi contro la natura e contro gli uomini. Immagini precise, nessun compiacimento melodrammatico e… una pioggia di premi a Cannes! |
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TORRESINO
maggio-giugno
2001