Station Agent (The Station Agent)
Thomas McCarthy  - USA 2003 - 1h 23'

   Per guardare l’altra America, la faccia più defilata degli Stati Uniti dal punto di vista paesaggistico, antropologico, sociale (e si potrebbero aggiungere altre opzioni) il cinema indipendente resta, pur con i suoi manierismi, con le sue perplesse visioni, con il suo antiglamour programmatico, con i suoi cliché narratologici, la bussola, l’obiettivo fotografico migliore. L’esordiente regista e sceneggiatore Tom McCarthy film successivo in archivio ricomincia da dove gli altri pargoli del Sundance Festival sono arrivati e da dove la lezione del nuovo cinema americano continua a spargere nel vento i suoi semi. Nella solitudine rilassata e mai disperata di Fin (Peter Dinklage), il piccolissimo uomo, il compassato, simpatico ed energico nano che ama i treni e che eredita e si insedia in una stazione del New Jersey dove sulle rotaie crescono le erbacce e non ci sono più diretti né accelerati, né convogli sbuffanti, né vagoni da ammirare, si rifrange uno spicchio di mondo altrettanto piccolo di persone che hanno perduto il senso dell’orientamento: qualcuno non ha mai cominciato né cercato. Neppure la più rigida e ferrea griglia di un orario ferroviario potrebbe metterli in riga o riavviare il loro motore esistenziale. Delicato, poetico, spiritoso, meditabondo esempio di slow cinema. I cavalli d’acciaio di una volta arenati sulle strade ferrate della provincia.

Enrico Magrelli - Film Tv   

   Fin è un nano introverso e solitario che, essendo appassionato di treni, lavora in un negozio di modellismo ferroviario. Alla morte del proprietario del negozio,il suo unico amico, Fin si vedrà lasciare in eredità una piccolissima stazione del New Jersey, in disuso da parecchie decadi. L'uomo, determinato ad onorare le volontà dell'amico, si vedrà costretto all'inserimento in una realtà provinciale e ad affrontare un travagliato percorso di adattamento, tra discriminazione ed inattese amicizie.
Una fotografia nitida, accostata ad inquadrature dalle geometrie accentuate, valorizza scenari semplici, contribuendo con la colonna sonora a generare una cornice di rassicurante impatto. Nonostante i pochissimi dialoghi, grazie anche ad interpretazioni notevoli i vari personaggi acquistano gradualmente profondità, sottesa dall'intrecciarsi di caratteri distanti ma accomunati da sensibilità affini e complementari. La diversità non trova alibi né quel 'certo riguardo' discriminante: viene infatti sviscerata senza inutili pudori o melodrammi tramite l'esplorazione del carattere di Fin, tra crescita relazionale e rabbia esistenziale. Station Agent non è solo il proprio protagonista, e la coralità compositiva ribadisce, in un inatteso ed energico inno alla vita, che 'piccolo uomo' e 'uomo piccolo' sono definizioni totalmente indipendenti..

Giovanni Idili - mymovies.it  

cinema invisibile TORRESINO febbraio-giugno 2009

l'esordio del regista de L’ospite inatteso PRIMA VISIONE

promo

Un'opera prima (il regista è arrivato ora al successo con L'ospite inatteso) e un energico inno alla vita, che ribadisce come 'piccolo uomo' e 'uomo piccolo' sono definizioni totalmente indipendenti. Fin, il compassato, simpatico ed intraprendente nano che ama i treni, si insedia, avendola ereditata, in una stazione del New Jersey dove sulle rotaie crescono le erbacce e non ci sono più treni in attività. Una provincia "immobile" da scoprire, un travagliato percorso esistenziale di adattamento, tra discriminazione ed inattese amicizie. Piccole, grandi sorprese del cinema indipendente americano.