Sotto gli ulivi
(Zir
darâkhtân é zeyton) |
Il Kokher (Iran) come la regione del neorealismo perduto. Kiarostami come poeta del quotidiano, di un cinema che è riflessione intensa e pacata su un presente da vivere con serenità e coscienza. Per chi ha apprezzato i primi due momenti (Dov'è la casa del mio amico? - E la vita continua) di questa trilogia dell'essenzialità del reale e della specularità esistenziale della finzione, Sotto gli ulivi è un nuovo imperdibile appuntamento, un'altra "sospensione sentimentale" nel rutilante effettismo del cinema anni 90. e.l. LUX (cinema "delicato") giugno-luglio 1996 |