Dov'è la casa
del mio amico? (Khaneh-je doust kojast?) |
da La Repubblica (Alberto Farassino)
Il Festival di Locarno invita a guardare ad Oriente, a fare un viaggio verso est ricco di incontri e sorprese. sul percorso troviamo innanzi tutto l'Iran, tappa inconsueta negli itinerari cinefili ma che forse bisognerà cominciare a considerare. Dov'é la casa del mio amico? di Abbas Kiarostami è un film magnifico, bello di immagini e con sottigliezze psicologiche e critiche inaspettate. Lo si poteva credere un film di regime poiché è prodotto da un "Istituto per lo sviluppo intellettuale dei bambini e dei giovani", ma non ha nulla dell'opera di propaganda anche se non rinuncia a un suo discorso sulla società e le sue vecchie abitudini. Lo spunto drammatico è semplicissimo, degno di Ladri di biciclette. Un bambino si accorge di aver messo per sbaglio in cartella il quaderno del vicino di banco e sa che il maestro pedante lo punirà se non farà il compito sul quaderno giusto. Vorrebbe quindi riportarglielo, nel villaggio vicino dove egli abita, ma i genitori non lo lasciano andare, lo assillano con i compiti da finire e le mille commissioni casalinghe che i bambini "devono" fare. Finalmente si libera e va di nascosto a cercare la casa del compagno, ma non riesce a trovarla, passa da un'indicazione sbagliata a un equivoco, perde tempo con vecchi noiosi e chiacchieroni, si smarrisce fra i vicoli, si lascia sorprendere dall'oscurità. Tornato a casa senza averlo trovato, il compagno farà, nella notte, il compito anche per lui. Una storia fatta di nulla e che ripercorre sempre gli stessi luoghi, le stesse assenze, mentre sul volto del bambino crescono la stanchezza e lo smarrimento. Una piccola tragedia scolastica ma più olmiana che deamicisiana, lontana dalla supponenza pedagogica del Cuore e tutta dalla parte dei bambini e contro la inavvertita prepotenza quotidiana degli adulti.
LOCARNO 1989: Pardo di bronzo