La solitudine dei numeri primi
Saverio Costanzo
- Italia/Francia/Germania
2010
- 1h 58' |
Venezia 67 -
concorso
La
solitudine dei numeri primi,
il film di Saverio Costanzo, tratto dal best seller di Paolo Giordano, che
non ha convinto la critica veneziana, viene ora premiato dal pubblico:
sicuramente i fan di un libro che nel 2008 vinse sia il Premio Strega che
il Campiello. La storia raccontata nel film che Costanzo ha scritto con
Paolo Giordano è la stessa del libro, cambia il modo di raccontarla, il
regista non segue la linearità diegetica dei fatti ma procede per accumulo
tra le azioni del presente e i ricordi del passato e lo stile sceglie le
atmosfere piene di suspense del thriller psicologico per indagare gli
stati affettivi più profondi dei due protagonisti.
Alice (una strepitosa Alba Rohrwacher) e Mattia (un intenso Luca Marinelli,
al suo esordio cinematografico) crescono di fatto insieme, si incontrano
per la prima volta al liceo e rimangono legati negli anni da un sentimento
profondo che però non riescono a trasformare in amore. Seguiamo la loro
vita dall’infanzia, segnata da traumi profondi, provocati da adulti
colpevolmente distratti, che isolano i protagonisti in un mondo interiore
immobile e violento. Sarà il riconoscersi nel reciproco disagio a farli
avvicinare ma anche quello che li terrà separati per tutta la vita.
Costanzo avverte la necessità d’impregnare la materia del film del dolore
che segna l’esistenza dei protagonisti. Tutto ruota intorno all’esigenza
di dare corpo a questo dolore. Ma gli elementi che utilizza, colonna
sonora potente e suggestiva, immagini cupe e atmosfere rarefatte, seppur
con maestria, non bastano a far partecipare fino in fondo chi guarda del
dramma “orrorifico” dei protagonisti. Solo alla fine del film quando Alice
appare smagrita e piagata dall’anoressia e la cinepresa indugia sulla sua
schiena scheletrica il regista riesce a trasmettere un disagio partecipe
di quel dolore
muto e profondo. Peccato che la macchina da presa si ritragga troppo
presto e Costanzo non rischi quella profondità che sia in
Private
che
In memoria di me
gli ha consentito di fondere alla maestria formale la potenza dei
contenuti. |
Alessia Mazzenga -
Terra |
Partiamo
da un dato che normalmente le recensioni sottovalutano:
La
solitudine dei numeri primi
di Saverio Costanzo è un film tecnicamente straordinario. Il livello della
fotografia (Fabio Cianchetti) e del montaggio (Francesca Calvetti) è di
grande respiro internazionale. L'uso in colonna sonora di brani musicali
preesistenti (Goblin, Morricone, la famosa canzone
Bette Davis, Eyes
di Kim Carnes) avrebbe fatto sbavare, fosse stato un film di
Tarantino,
gli stessi cinefili integralisti che l'hanno fischiato. [...] Da sempre i
generi sono ottimi mezzi di trasporto per arrivare al cuore degli
spettatori. Bravi tutti gli attori, con tre citazioni d'obbligo: un
grandioso Maurizio Donadoni, una commovente Isabella Rossellini e
un'eroica Alba Rohrwacher (almeno dieci chili in meno rispetto a
Cosa voglio di più
di Soldini, ma le stesse tonnellate di talento). |
Alberto Crespi -
L'Unità |
promo |
Mattia (Luca
Marinelli) e Alice (Alba Rohrwacher) sono due ragazzi la cui vita
è stata segnata in gioventù da fatti tragici. Lei è rimasta zoppa
in un incidente sciistico, lui ha perso - con gravi responsabilità
- la sorellina autistica. Si conoscono al liceo dove uniscono le
loro solitudini e proseguono in una forma di amicizia nel corso
degli anni e attraverso varie e complesse vicende.
Tratto dal pluripremiato romanzo omonimo di Paolo Giordano. Il
vero colpo di genio del regista è stato quello di raccontare la
solitudine dei suoi numeri primi nonostante il romanzo,
trasformandolo in qualcosa di diverso. Costanzo non segue la
linearità diegetica dei fatti ma procede per accumulo tra le
azioni del presente e i ricordi del passato e lo stile sceglie le
atmosfere piene di suspense del thriller psicologico per indagare
gli stati affettivi più profondi dei due protagonisti. |
|
LUX
- ottobre 2010
|
|