da Il Corriere della Sera (Maurizio Porro) |
La commedia paranormale dei fantasmi galanti è sempre piaciuta perché assicura l'happy end e questa versione new age di Mark Waters è un Ghost aggiornato alla donna in coma lanciata da Almodóvar. Si racconta la love story nella San Francisco di Hitchcock, dove le donne vivono due volte, del depresso, distinto macho Mark Ruffalo con la «presenza» di Elizabeth, dottoressa in carriera vittima di un incidente. Pretende coabitazione, in realtà giace in ospedale fino al bacio del principe che, consapevole, la risveglierà. Sentimentalismo romantico alla Ghost con l'innamoramento di puro spirito, offerto dalla legally blonde Reese Witherspoon Oscar come compagna di Johnny Cash. Circumnavigando su temi grossi come l'eutanasia, la commedia fugge dal macabro grazie a una buona sceneggiatura e fa l'en plein di simpatia con gli interpreti. |
da La Stampa (Alessandra Levantesi) |
In
teoria è una commedia soprannaturale, di quelle che Hollywood produce da
decenni con i fantasmi che tornano sulla terra per sistemare le cose
lasciate in sospeso e proteggere i propri cari. Ma la Elisabeth di
Se
solo fosse vero,
ispirato all'omonimo bestseller
Et si c'était vrai...
del francese Marc Levy, non è esattamente una presenza ectoplasmatica:
emana anzi l'accattivante concretezza di colei che l'incarna, ovvero la
neo diva Reese Witherspoon, insignita a marzo dell'Oscar alla migliore
attrice per
Quando
l'amore brucia l'anima. Minuta,
bionda, solare, graziosa e determinata senza essere saccente, Reese è la
ragazza della porta accanto che ogni uomo sensato dovrebbe desiderare: ad
affidarsi nelle sue mani, c'è da scommettere che si possono dormire sogni
tranquilli, di sicuro saprà risolvere ogni problema con grinta e
naturalezza. Ed è questo aspetto del suo carattere a rendere accettabile
la soprannaturale favoletta. |
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TORRESINO
- aprile/maggio 2006