La scoperta dell'alba
Susanna Nicchiarelli -
Italia
2012
- 1h 32' |
Susanna
Nicchiarelli ha esordito nella regia nel 2008 con
Cosmonauta, film
delizioso sul «mito sovietico» e sull'essere comunisti in Italia. Il
secondo film, si sa, è sempre il più difficile e la regista non ha fatto
nulla per facilitarsi la vita: ha scelto un romanzo di Walter Veltroni,
La
scoperta dell'alba,
sapendo che tutti l'avrebbero attesa al varco. Per la popolarità - non
solo letteraria, come voi lettori ben sapete - dell'autore, e per il tema:
gli anni di piombo, per di più raccontati con un escamotage fantastico (il
viaggio nel tempo, consentito da un telefono che nel 2011 è collegato con
il 1981...) molto difficile da padroneggiare. Con queste premesse, il film
è quasi un miracolo, fermo restando che la freschezza e l'originalità
dell'esordio non potevano essere mantenute. (...) Più che una riflessione
sul terrorismo, il film è una rielaborazione del lutto, un modo di
rileggere le pagine oscure di una dolorosa storia familiare. Dal punto di
vista narrativo, la trovata del telefono che bypassa i decenni promette
più di quel che mantiene: in un film hollywoodiano chissà cosa sarebbe
successo, ma forse è meglio così. |
Alberto Crespi -
L'Unità |
Che
cosa accade se da adulte si scopre all'improvviso che il padre amatissimo,
idolo eroico dei sogni infantili non è la «vittima» che si è creduto fino
a allora ma stava invece dalla parte dei «carnefici»? E questo,
inevitabilmente, fa sì che anche i figli, le figlie in questo caso, fino
allora vittime passino dall' altra parte. Ma quale? È su questa
oscillazione ambigua che poggia
La
scoperta dell'alba,
il film di Susanna Nicchiarelli ispirato all'omonimo romanzo di Walter
Veltroni, all'ultimo festival di Roma (Prospettive italiane) e ora in
sala. Molto nel film è cambiato rispetto al libro, a cominciare dal
personaggio protagonista, nel romanzo un uomo, qui una donna, anzi due
sorelle in una triangolazione tutta femminile che le unisce e insieme le
oppone alla madre. (...) Ci sono due punti interessanti in questo film: il
primo riguarda la generazione, la regista è nata nel 75, ha probabilmente
la stessa età della sorella più giovane nel film, che difatti ha scelto di
interpretare. Il secondo è una considerazione inaspettatamente forte sulla
posizione delle vittime, i figli specialmente, quasi prigionieri a loro
volta di una memoria vintage, assunta e non propria - il fidanzato
cartoonist di Caterina (Sergio Rubini) non può tollerare che sulla
copertina del libro scritto dall'amico di Caterina, figlio del professore
ucciso dalle Br, mentre si parla dei mondiali ci sia il simbolo di quelli
dell'82. Un errore non da poco che ci dice quanto anche questa memoria, da
sé, senza confronti rimanga monca, come quel rapporto di trasmissione che
sembra essersi interrotto, nel bene e nel male, nella nostra storia
recente. Anche se
La
scoperta dell'alba
non riesce sempre a sgusciare via dai limiti (la scrittura per prima di
dialoghi e situazioni, è la stessa Nicchiarelli insieme a Michele
Pellegrini a scrivere la sceneggiatura) di un «fare cinema italiano»
sempre troppo preoccupato a far quadrare i conti e troppo poco di
inventare una sua libertà, va dunque riconosciuto a Nicchiarelli il suo
tentativo, che è quasi una sfida... |
Cristina Piccino -
Il Manifesto |
promo |
Mario Tessandori, un professore universitario, nel 1981 viene
ucciso a colpi di rivoltella da due brigatisti a Roma, nel cortile
dell'ateneo e davanti a numerose persone. Trent'anni dopo, Barbara
e Caterina, che all'epoca avevano dodici e sei anni, decidono di
mettere in vendita la vecchia casa al mare di famiglia. Le due ragazze
vi trovano in un angolo un vecchio telefono
anni Ottanta; a Caterina, sollevata la cornetta, viene in mente di comporre il
numero della loro vecchia casa di città: dall'altra parte risponde una bambina. Quella
voce è la sua, quando aveva dodici anni...
Ispirato all'omonimo romanzo di Walter Veltroni, il secondo film
della Nicchiarelli (Cosmonauta) più che una riflessione sul
terrorismo, è una rielaborazione del lutto, un modo di rileggere
le pagine oscure di una dolorosa storia familiare. |
|
LUX
- gennaio 2013
|
|