La parte degli angeli (The Angels' Share)
Ken Loach - Gran Bretagna/Francia/Belgio/Italia 2012 - 1h 41'

Premio della Giuria


    Ci vuole un po' perché La parte degli angeli entri nel vivo del riferimento al titolo. La prima parte del 30° film di Ken Loach (classe 1936) è comunque essenziale per immergerci nel senso della narrazione. Una storia di personaggi border-line, sbandati, in bilico tra droga e alcol, tra piccoli furti e rabbiosi scoppi di violenza. Tutti finiscono al vaglio del tribunale di Glasgow, tutti riescono ad evitare fortunatamente il carcere e a scontare la pena in attività di servizio sociale.
Il protagonista principale, Robbie, ha un passato remoto (e un presente prossimo) di brutalità e violenza: qualche anno addietro ha picchiato a sangue un altro giovane per una banale divergenza; ora fatica a controllarsi nello scontro con un gruppo di bulli locali, parenti della sua innamorata, Leonie da cui aspetta un figlio. La sua è, in fondo, legittima difesa perché si è ritrovato vittima di un'assurda faida di quartiere, ma non ha intenzione di farsi da parte né di rinunciare all'idea di crearsi una famiglia con Leonie e il piccolo Luc.


Il fascino del cinema di Loach sta proprio nel saperci catapultare in un vissuto sociale precario e nel farcelo sentire, con naturalezza, “nostro”, trasmettendoci l'ansia di una situazione apparentemente senza sbocco. E ancora una volta la sua proverbiale capacità di costruire un film di finzione con l'imprinting di uno sguardo quasi documentaristico, si sposa con l'altrettanto straordinaria abilità del suo fido sceneggiatore Paul Loverty nel riuscire a cogliere umori e dinamiche esistenziali, squarci ameni e drammatici del proletariato britannico (scozzese per l'occasione), nel saper far crescere piccole storie esemplari in un'istantanea “politica” di compiuta verosimiglianza.

La svolta del racconto per l'impasse di Robbie e dei suoi compagni sta nella disponibile solidarietà che offre loro Harry, il responsabile delle attività di recupero sociale, uomo dal cuore d'oro e dal palato sopraffino per quanto concerne il whisky. Tra una degustazione alcolica e l'altra il destino dei quattro protagonisti (Robbie, Albert, Rhino, e Mo) potrà incanalarsi verso un'inaspettata occasione di cambiamento (non chiamiamola redenzione, il loro percorso riabilitativo cozza inesorabilmente contro il muro della legalità). Loach e Loverty mettono in scena un'avventura di sorridente umanità, con il suo carico di amarezza, fiducia e perfino di suspense. Ci può essere un lieto fine per i loro dropout?


L'efficace riuscita di
La parte degli angeli è sorprendente anche in tal senso. Nelle distillazione del whisky ce n'è un 2% che evapora, in ogni botte. È quella che viene definita “la parte degli angeli”. Ma se da un barile di whisky pregiatissimo un po' ne “evaporasse” in altro modo? Chiedetene ragione a Robbie, Albert, Rhino, Mo, Ken e Paul: il loro “scottish tune” ha un tocco angelico di accattivante autenticità..

ezio leoni - La Difesa del Popolo - 23 dicembre 2012

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Una storia di personaggi border-line, sbandati, in bilico tra droga e alcol, tra piccoli furti e rabbiosi scoppi di violenza. La svolta per i quattro  protagonisti sta nella disponibile solidarietà che offre loro Harry, il responsabile delle attività di recupero sociale, uomo dal cuore d'oro e dal palato sopraffino per quanto concerne il whisky. Nella distillazione ce n'è un 2% che evapora, in ogni botte. È quella che viene definita “la parte degli angeli”. Ma se da un barile di whisky pregiatissimo un po' ne “evaporasse” in altro modo? Il fascino del cinema di Loach e del fido sceneggiatore Loverty sta proprio nel saperci catapultare in un vissuto sociale precario e nel farcelo sentire, con naturalezza, “nostro”, trasmettendoci l'ansia di una situazione apparentemente senza sbocco, ma costruendo un'avventura di sorridente umanità, con il suo carico di amarezza, fiducia e perfino di suspense.

film del week-end precedente

 LUX - gennaio 2013

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