Romanzo di una strage
Marco Tullio Giordana -
Italia/Francia
2011
- 2h 09' |
«lo
so tutti questi nomi e so tutti i fatti (attentati alle istituzioni e
stragi) di cui si sono resi colpevoli. lo so. Ma non ho le prove». Marco
Tullio Giordana
riparte da Pasolini, e l'articolo del '74 'Cos'è questo
golpe? Il romanzo delle stragi' diventa un film,
Romanzo di una strage.
Sempre Romanzo criminale è, eppure tra il Calabresi di Mastandrea,
il Pinelli di Favino, l'Aldo Moro di Gifuni e i rispettivi storici non c'è
quella distanza fascinosa ma fuorviante tra il Freddo, il Libano, il Dandi
e la vera Banda della Magliana. La strage di Piazza Fontana, le diversioni
e le eversioni conseguenti, le morti eccellenti di Pinelli, Feltrinelli e
Calabresi tornano sullo schermo per ricordarci che giustizia non è fatta:
«Io so», ripete Giordana, ma nemmeno lui ha le prove. Allora, cinema
civile, senza il graffio di Petri, ma con il mood scolastico per
l'auspicabile visione nelle scuole: qualche gradino più su della fiction
tv, qualcuno più giù del 'Carlos' (lo Sciacallo) di Assayas, l'enfasi, i
dialettismi e gli attori no (Laura Chiatti) ci sono, ma si può pretendere
da un film quello che le aule giudiziarie non hanno saputo, potuto e
voluto? D'appendice è la Giustizia, non questo Romanzo. |
Federico Pontiggia -
Il
Fatto Quotidiano |
La
scena autobiografica del tram è per paradosso la più genialmente
visionaria di
Romanzo di una strage,
uno dei rari film da vedere per poterne discutere. Ci voleva coraggio per
fare a distanza di quarant'anni il primo film su Piazza Fontana ed è
indubbio che Giordana e gli sceneggiatori Rulli e Petraglia ne abbiano
avuto. Ma forse ne occorreva una dose supplementare per affrontare un vero
viaggio negli orrori dell'eterna guerra civile italiana. Dove il film
lascia perplessi è nell'estendere il mistero ai fatti storici. Nessun
mistero, nessuna doppia pista bipartisan, a cavallo fra anarchici e neo
fascisti, come si ipotizza nel finale del film. Sostenere queste tesi non
serve a pacificare gli animi, com'è forse nelle intenzioni di Rulli e
Petraglia, ma soltanto a spargere un inaccettabile perdonismo generale. |
Curzio Maltese -
La Repubblica |
Un
film per chi c'era e ricorda benissimo tutto l'orrore scatenato quel
lontano 12 dicembre 1967, quando alle 16.37 un'esplosione devastò la sede
della Banca Nazionale dell'Agricoltura in Piazza Fontana a Milano
provocando diciassette morti e una novantina di feriti. Un film per chi
non c'era, o era troppo giovane per ricordare e oggi, quarantatré anni
dopo, è convinto che queste cose accadono solo nei film. O negli altri
paesi.
Romanzo di una strage
di Marco Tullio Giordana, mirabilmente interpretato da un cast di ottimi
attori (tra cui Valerio Mastandrea, Piefrancesco Favino, Fabrizio Gifuni)
ricostruisce, dall'uccisione dell'agente Antonio Annarumma a quella del
commissario Luigi Calabresi, il complicato puzzle di quegli anni dominati
dalla strategia della tensione, da intrighi e complotti, menzogne e
depistaggi, finti suicidi e attentati, sullo sfondo di un paese che
sembrava avviato a una nuova dittatura. Non tutte le tessere vanno al loro
posto, nella finzione come nella realtà, si sorvola sulle responsabilità
di Lotta Continua ma al tempo stesso si ridisegna il profilo umano di
tanti protagonisti di quegli anni, a cominciare dallo stesso Calabresi per
finire ad Aldo Moro passando per l'anarchico Pinelli. |
Alessandra De Luca
- Avvenire |
promo |
Basato su una minuziosa ricostruzione dei fatti, il film narra il
contesto e le conseguenze della bomba esplosa alla Banca Nazionale
dell'Agricoltura di piazza Fontana a Milano, il 12 dicembre 1969,
inaugurando la cosiddetta "strategia delle tensione". La bomba,
considerata di matrice anarchica, finì per rivelarsi, tra mille
ostacoli e depistaggi, di matrice neofascista. Figure centrali del
racconto sono quelle dell'anarchico Giuseppe Pinelli, che
precipitò dal quarto piano della questura di Milano in circostanze
mai veramente chiarite, e del commissario della Squadra politica
Luigi Calabresi, al quale fu addebitata la responsabilità morale
del terribile episodio. Luigi Calabresi proseguì per proprio conto
le indagini sulla bomba di piazza Fontana finché non venne
assassinato nel 1972.
In questo grande cinema d'impegno civile Giordana ridisegna il
profilo umano di tanti protagonisti di quegli anni. Trattenuto,
algido, zeppo d’ombre, positivamente didascalico, Romanzo di
una strage non consente di immedesimarsi con nessuno,
lasciando libero il campo degli occhi e il pensiero dello
spettatore: a ricordarci che giustizia
non è ancora stata fatta. |
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LUX
- aprile 2012 |
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