Ragazze interrotte
(Girl, Interrupted) |
da La Stampa (Alessandra Levantesi) |
Innanzitutto: perché italianizzare (si fa per dire) con l'insensato e tremendo Ragazze interrotte l'americano Girl, interrupted, che già di per sé è incomprensibile? Detto titolo deriva infatti da un quadro di Vermeer esposto alla Frick Gallery di New York, Girl interrupted at her music, molto amato da Susanna Kaysen, autrice e io narrante del best-seller ispiratore del film di James Mangold . Ma vallo a sapere se non hai letto il libro, pubblicato nel '93 con enorme successo (ed edito in Italia dalla Tea): dove sotto forma di diario la scrittrice rievoca il periodo trascorso nell'istituto psichiatrico per abbienti in cui diciassettenne venne ricoverata dopo un tentativo di suicidio. Siamo nel '67, epoca di grandi inquietudini giovanili tanto che la confusa protagonista, «borderline» ovvero, afflitta da incertezza sulla propria identità e sulle proprie motivazioni, ha il dubbio se è veramente pazza o se la colpa è degli anni Sessanta. Nell'ospedale la ragazza fa amicizia con coetanee problematiche quanto o più di lei, fra le quali la psicolabile e trasgressiva Lisa; e saranno questi rapporti, più che l'intervento dei medici, ad aiutare Susan a ritrovare se stessa. Con le co-sceneggiatrici Lisa Looner e Anna Hamilton Phelan, Mangold ha tentato di dare una struttura narrativa alle pagine episodiche della Kaysen, non cronologiche e interpuntate di riflessioni e introspezioni anche ironiche, senza tradirne la natura. L'idea era quella di suggerire che l'esperienza di Susan e compagne nel microcosmo ospedaliero assomiglia all'avventura di Dorothy nell'universo parallelo di Oz: per paura di affrontare la realtà, si rischia di non volerne più uscire fuori. Fortunatamente la poetica allusione rimane evanescente e quello che resta é un prodotto non particolarmente trascinante, se pur curato e ben interpretato: ci si aspettava di meglio da regista che aveva esordito con il promettente Dolly's Restaurant. Winona Ryder, che ha fortemente appoggiato il progetto, presta alla protagonista la sua sensibilità luminosa confermandosi la più intensa delle giovani attrici hollywoodiane; ma la candidatura all'Oscar se l'è aggiudicata Angelina Jolie che ha dato grintoso spicco al personaggio secondario di Lisa. Autorevoli Whoopi Goldberg, comprensiva capo reparto, e Vanessa Redgrave in un cammeo di psicanalista. |
da La Repubblica (Roberto Nepoti) |
Etichettata con una diagnosi di personalità border-line, la diciassettenne Susanna Kaysen viene ricoverata in casa di cura psichiatrica. All'apparenza il rimedio si direbbe più pericoloso del male: il reparto di Susanna, infatti, è popolato di ragazze attaccatissime alle proprie nevrosi, a cui non rinuncerebbero per nulla al mondo. Quel che è peggio, una di loro, la sociopatica Lisa (Angelina Jolie), è dotata di personalità carismatica ed esercita grande attrazione sulla nuova venuta. Sarà solo dopo una fuga a due che Susanna, riconosciuta l'amica come Angelo del male, deciderà di affidarsi alle amorevoli cure degli psichiatri e di affrontare la vita, fuori. Basato su un romanzo autobiografico, Ragazze interrotte è un melodramma psichiatrico-adolescenziale vecchia maniera: nella evoluzione narrativa, nella colonna musicale (Downtown di Petula Clark in dosi industriali, Moon River, Que sera sera), nelle citazioni (Il mago di Oz). Malgrado il richiamo all'ordine e la fiducia nell'istituzione (all'esatto opposto di Qualcuno volò sul nido del cuculo, qui medici e infermieri sono tutti buoni e gentili), non si tratta però di un film pacificato e consolatorio. A tratti James Mangold, regista che, controcorrente rispetto ai colleghi hollywoodiani, ama marginali perdenti (Dolly's Restaurant, Cop Land), vi fa circolare un senso di disagio palpabile e il personaggio di Angelina Jolie resta inquietante ad onta del mezzo happy-end. Nel film mostra di avere creduto molto Winona la quale, forse memore del proprio passato nevrotico, si è presa anche i compiti del produttore esecutivo: tuttavia la scelta dell'attrice, ormai visibilmente troppo adulta per la parte, appare meno riuscita. Il cast di supporto include due veterane dello schermo, Whoopi Goldberg e Vanessa Redgrave, nei ruoli rispettivi di un'infermiera dal grande cuore e di una materna psichiatra. |
scheda
CGS
aprile 2000
Don BOSCO