Chissà se
Salvatores
ancora pensa, come ai tempi di
Mediterraneo, di dedicare i film a chi
fugge? Certo è che del cinema ha conservato un'idea di sperimentazione e
di viaggio di ricerca. Scegliendo questa volta il genere noir, sulla base
(fedelmente ma anche liberamente) del primo romanzo delle edizioni
"Colorado" da lui stesso promosse (di Grazia Verasani, stesso titolo), ha
voluto intanto dire che ogni mezzo espressivo, anche il più apparentemente
indiretto, e forse più del realismo spicciolo, è buono per parlare di noi.
Le identità, le responsabilità, le colpe, i rimorsi, paternità irrisolte e
condizione filiale tradita, la verità. Non questioni da poco. Giorgia è
una bolognese quarantenne dai sentimenti terremotati e ruvidamente single
che lavora per l'agenzia investigativa del padre ex carabiniere
alcolizzato: indaga sui segreti del prossimo - adulteri per lo più -
spiando con la macchina fotografica e il teleobiettivo. La stranezza della
vita vuole che Giorgia si trovi costretta a indagare sul proprio passato
partendo dal buco della serratura delle videocassette cui ha consegnato le
proprie confessioni sua sorella Ada prima di togliersi la vita sedici anni
prima, e che qualcuno oggi ha recapitate a Giorgia. Tanti segnali
rimandano ancora alla civiltà dell'immagine, al cinema, alla
riproducibilità della vita e della verità. Ada voleva essere attrice, il
personaggio cerniera tra Giorgia e Ada è un regista mancato e professore
di storia del cinema, e poi un tripudio di citazioni:
Ultimo tango a
Parigi e
M di Lang quelle chiave, ma si spazia da
Jules e Jim
a
Pugni in tasca (indicative dei gusti e del percorso formativo di Salvatores). E' un giallo e non si può anticipare l'approdo di Giorgia e
del film. Si può dire però che non coincidono, che alla fine noi sapremo
una verità in più di lei. E proprio da un film, dal cinema. Tutto esorta a
parlare di sperimentazione. L'operazione editoriale e letteraria a monte,
concepita come ricerca di storie e talenti per lo schermo, la tecnica di
ripresa (alta definizione digitale), le tre tonalità di luce e colore
destinate a rappresentare altrettante dimensioni spaziotemporali: l'oggi
di Giorgia e della narrazione, il passato dei ricordi familiari, le
autoriprese di Ada. E il cast. Accanto a un antico complice come Gigio
Alberti, due giovani promesse come Claudia Zanella e Elio Germano, e due
attori importati da altre famiglie: Andrea Renzi e Luigi Maria Burruano.
Ma soprattutto la non-attrice Angela Baraldi, cantante, chiamata a dare
corpo e anima alla prima protagonista femminile (e alla prima scena di
sesso) nel cinema di Salvatores.
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