da La Stampa (Alessandra Levantesi) |
Di origine anconetana, il 35enne Gaglianone vive a Torino dove ha completato gli studi e realizzato numerosi documentari in collaborazione con l’Archivio Nazionale della Resistenza. Non a caso, quindi, il suo film si riallaccia a quell’importante capitolo della nostra storia attraverso il ricordo di due ex partigiani, Alberto e Natalino (i loro nomi di battaglia), che sulle alture piemontesi videro morire l’amico Silurino, barbaramente massacrato da un brigatista nero. A distanza di cinquant’anni, Alberto riconosce l’ex ufficiale fascista in Umberto, uno degli ospiti del pensionato per vecchi in cui si è ritirato. L’uomo è ormai ridotto in carrozzella e farfuglia, ma per Alberto è ancora l’odiato nemico di un tempo: cosicché va a cercare Natalino, che se ne sta ritirato in una baita, per coinvolgerlo nella vendetta. Insieme i due anziani preparano un piano dall’esito ironico e paradossale. Girato fra passato e presente in un contrastato bianco e nero di Gherardo Gossi (l’ottimo direttore di fotografia di Il partigiano Johnny) e recitato da non professionisti molto ben scelti, I nostri anni ha un'intrigante costruzione formalequizn°49, tuttavia a colpire è soprattutto l’angolazione narrativa. Pur esprimendo un preciso punto di vista (nella linea di Norberto Bobbio, nessun dubbio su qual è la parte giusta), il giovane cineasta non è particolarmente interessato a evidenziare gli aspetti ideologici-politici del tema resistenziale. A stargli a cuore sono piuttosto i suoi due protagonisti: in quanto custodi di una memoria di cui si vanno cancellando le tracce; e in quanto portatori del segno di un vissuto vero e di un palpito giovanile che nella nostra apatica società non vibra più. |
da Film TV (Emiliano Morreale) |
Natalino,
un ex partigiano, risponde a dei giovani intervistatori. Alberto, suo vecchio
compagno conosce un altro vecchio, colpito da paresi, in un ospizio. Le immagini
del presente si mescolano a quelle del passato, i volti dei vecchi convivono con
quelli di loro giovani e resistenti. Poi, la rivelazione: il vecchio paralitico
è in realtà il ferocissimo repubblichino che aveva torturato e massacrato i
compagni di Natalino. Alberto va da Natalino: lo abbiamo trovato, dice, dobbiamo
ucciderlo, anche dopo cinquant'anni. Gaglianone, uno dei migliori "cortisti"
italiani, si muove da anni nei paraggi dello resistenza (anche attraverso il
lavoro al Centro Gobetti).
I nostri anni
è fedelissimo alle sue origini: un corto circuito tra vecchi e giovani, passato
e presente, montaggio e piano-sequenza, corpi e voci, video e pellicola, fiction
e documentario. Lo stordimento dello prima parte, con la ricerca di un filo che
leghi i lacerti del presente, assume nella seconda toni a tratti epici, a tratti
buffi, e dà la complessità delle scelte e del passato che non posso, con la
sola forza delle immagini. E il finale, con l'incedere dei due partigiani, può
anche commuovere. |
cinema invisibile
cinema
TORRESINO
ottobre-dicembre
2001
PRIMA
VISIONE
incontri con il cinema
italiano:
sarà presente in
sala il regista
promo |
Presentato con successo al Festival di Cannes il film affronta, con passione e coerente revisionismo storico, il tema della lotta partigiana. E lo fa con la commossa partecipazione della memoria: due reduci che si riincontrano, l'urgenza sempre pulsante della vendetta, la riflessione esistenziale con cui il peso degli anni costringe, tra dramma e ironia, a mettersi a confronto. |