La nona porta
(The
Ninth Gate)
Roman Polanski
- Francia/Spagna
1999
- 2h 12' |
Lucifero
se l’è passata molto bene, nel cosiddetto "secolo breve". Dai campi di
battaglia della Grande guerra ai lager, la sua è stata una marcia
trionfale, una macabra danza di morte che poco ha da invidiare ai più cupi
affreschi medioevali. E Lucifero è stato ben presente nell'arte simbolo
del Novecento, il cinema, gioco di ombre evocatore, tra mille sogni, anche
di incubi terribili. Roman Polanski
ha, purtroppo per lui, le carte in
regola per affrontare di petto l'argomento: rinchiuso da ragazzo nel
ghetto di Cracovia, ha perso sotto i nazisti entrambi i genitori; e una
volta diventato regista di fama internazionale, alla fine degli anni
Sessanta ha vissuto a Bel Air, com'e noto, una tragedia agghiacciante, con
la moglie Sharon Tate uccisa dai membri di una setta satanica. Satana lo
ha guardato dritto negli occhi. Inevitabile dunque che attraversi buona
parte della sua produzione artistica, da
Rosemary's Baby, del 1968,
fino a
La
nona porta,
interpretato da Johnny Depp e Emmanuelle Seigner. Il primo è Dean Corso,
un giovane mercante di libri antichi, tanto bravo nel sua mestiere quanto
privo di scrupoli nel concludere gli affari. La seconda, di cui non
conosciamo mai il nome, è una sorta di "diavolo custode" che gli sta al
fianco e lo senta in una rischiosissima impresa: mettere a confronto, per
conto di un collezionista di New York, le tre copie superstiti di un raro
volume, Le nove porte del regno delle ombre, che racconta le gesta del
demonio. Anzi, di più: chi sciogliere gli enigmi contenuti nelle sue
illustrazioni otterrà la potenza stessa del principe delle tenebre... |
Luigi Paini - Il Sole-24 Ore |
Polanski
si conferma un maestro nel mantenere alto il livello di suspense per tutta
la durata della pellicola, nonostante le copiose sforbiciate in sede di
sceneggiatura. Il
Club Dumas,
il romanzo di Pérez Reverte, era infatti incentrato intorno a due ricerche
‘filologiche' parallele che procedevano intersecandosi: una relativa al
testo demoniaco, l'altra ad un capitolo inedito de I tre moschettieri di
Dumas padre (intitolato Il vino d'Angiò).
Tutta quest'ultima parte del romanzo nel film è scomparsa – forse per
rendere più fluente il plot –, ma si è perso inevitabilmente il
particolare profumo di bibliofilia che scorreva nelle pagine del libro
dello scrittore iberico: in più Polanski ha interpolato (letteralmente)
una delle nove incisioni, inventandosi di sana pianta un finale à rebours
di marca soprannaturale, azzeccando comunque il tono, questo va detto. Un
buon thriller goticheggiante, tirato e non banale, ma il consiglio è di
correre a leggersi il libro subito dopo i titoli di chiusura. |
Paola Boschi - Scanner |
Private
eye in versione bibliofila, Corso sembrerebbe avere qualcosa del
disincanto, del paradossale cinismo addolorato di Phil Marlowe, cui il
Gittes di
Chinatown
implicitamente si rifaceva. Garanzia dovrebbe esserne un passaggio molto
di genere del dialogo. «Crede nel soprannaturale?», gli domanda il
cliente (Boris Balkan: Frank Langella). E lui, con la faccia da bravo
ragazzo di Johnny Depp, risponde come sarebbe lecito attenderci da
Nicholson, che del bravo ragazzo non ha mai avuto molto: «Credo nella
mia percentuale». In platea un piccolo brivido... Quando
La nona porta
cambia ambientazione (dagli Usa in Europa) in una vecchia città iberica di
nuovo s'avverte qualcosa del grande cinema di Polanski. Come non
riconoscere nei due vecchi fratelli Ceniza, stampatori del demonio,
l'ironia comico-favolistica di
Per favore... non mordermi sul collo?
O ancora, come non ripensare alla congiura infernale di
Rosemary's Baby
quando, in un castello francese, vediamo in atto riti satanici? Ma, in
fondo, non si tratta che di impronte, calchi, tracce. Alla fine, la vera
genialità di
La nona porta sono gli splendidi occhi di Emmanuelle Seigner,
una specie di diabolico angelo custode di Corso. |
Roberto Escobar - Il
Sole-24 Ore |
promo |
Un buon
thriller goticheggiante in cui Polanski si conferma un maestro nel
mantenere alto il livello di suspense. Johnny Depp è Dean Corso,
un giovane mercante di libri antichi, tanto bravo nel sua mestiere
quanto privo di scrupoli nel concludere gli affari. Emmanuelle
Seigner è una sorta di "diavolo custode" che gli sta al fianco e
lo senta in una rischiosissima impresa: mettere a confronto, per
conto di un collezionista di New York, le tre copie superstiti di
un raro volume, Le nove porte del regno delle ombre, che racconta
le gesta del demonio: chi sciogliere gli enigmi contenuti nelle
sue illustrazioni otterrà la potenza stessa del principe delle
tenebre... |
cinélite
TORRESINO
all'aperto:
giugno-agosto 2010