Niente paura
Piergiorgio Gay
- Italia 2010 - 1h 28'

Venezia 67 - Fuori concorso

   È il brillante tentativo di utilizzare un mondo di canzoni (quello di Luciano Ligabue), per raccontare la coscienza del paese, tra racconti di vita dei fan e testimoni eccellenti (da Paolo Rossi a Rodotà, da Verdone a Beppe Englaro, don Ciotti e Saviano) e stralci di memoria visiva sulle traumatiche ferite della nostra storia. Niente paura di Piergiorgio Gay, pone particolare attenzione al senso della nostra Costituzione i cui articoli vengono esaltati e commentati, come fosse un testo che, se applicato alla lettera, trasformerebbe il nostro paese in un'utopia di convivenza civile (e del resto lo stesso film precedente in archivio Ligabue, le cui canzoni fanno da filo conduttore al viaggio, alcuni di quegli articoli li mostrava sul grande schermo che campeggiava sul palco dei suoi concerti).

Gino Castaldo - La Repubblica

   I duri hanno due cuori, canta Ligabue. E a sentire il testo, sembra questa malformazione cardiaca a rendere noi italiani in grado di sopportare il nostro paese. E noi stessi. Se Luciano Ligabue ha così presa su un pubblico tanto vasto, è per la capacità di dire, con semplicità e forza (sempre al limite della retorica) quello che ha dentro chi lo ascolta, a dar corpo al senso comune, senza renderlo strereotipo [...] Nel film documentario Niente paura, Piergiorgio Gay riesce a realizzare la stessa magia. Senza necessariamente fare cinema: quel mix di immagini e musica, la storia d'Italia degli ultimi 30 anni mescolata ai versi del Ligabue pensiero è un racconto vibrante, emozionante, demagogico e pop di come e dove siamo. Il regista accetta la sfida di Ligabue che dietro di sé, nei live, canta Non è tempo per noi e fa proiettare gli articoli della Costituzione e non contento augura Buonanotte all'Italia e un po' veltronianamente e un po' jovanottianamente, piazza anche un montaggio di tre minuti, mentre canta, con il suo pantheon personale, da Madre Teresa a Enrico Berlinguer. Una scorciatoia che arriva al cuore e al cervello della gente, che la educa a riflettere, anche se con un corso accelerato.
Quello di Gay, ad essere sinceri, più che un film sembra una bella puntata de La storia siamo noi. Non è cinema, ma a suo modo è un complimento. Perché il prodotto è a uso e consumo degli appassionati del Luciano nazionale, e a suo modo è anche educativo. Finiamo per apprezzare gli occhi sinceri del capitano dell'Inter Javier Zanetti, la critica sobria del velista Soldini, il racconto indignato di Beppino Englaro, la scienza ironica di Margherita Hack, le riflessioni di Carlo Verdone, le provocazioni di Paolo Rossi. E di tanti altri, mixate a voci del popolo, da immigrati di seconda generazione a ragazzi "normali" che in e con Ligabue si (ri)conoscono. Perchè questo paese - «che- parole di Ligabue- è di chi lo abita e non di chi lo governa, e che è molto lontano da quello che abbiamo sognato, ma non serve a nessuno smettere di sognarlo» - è anche questo. Quel calderone, pieno di verità non dette, nascoste, strappate. Sarà pop, o meglio popolare, e demagogico, ma forse questo populismo rock ora ci serve.

Boris Sollazzo - Liberazione

   Più che un documentario è una lezione di educazione civica, impartita da un maestro che i giovani sono più ben disposti ad ascoltare: Luciano Ligabue, il rocker di Correggio che con le sue canzoni ha retto lo specchio all’Italia degli ultimi vent’anni, permettendoci di riconoscerci nelle sue parole e ricordandoci «di che pasta e bellezza è fatto il nostro paese» [...] A intervistati eccellenti come Carlo Verdone e Margherita Hack, Roberto Saviano e Paolo Rossi, Beppino Englaro e Giovanni Soldini, don Ciotti e Umberto Veronesi, Stefano Rodotà e Luciana Castellina, oltre naturalmente al Liga, è dato invece il compito di parlare degli articoli di quella Costituzione italiana che oggi suona come «un manifesto dell’utopia» [...] Niente paura diventa una sorta di specchietto per le allodole, nel senso migliore del termine: attirerà nelle sale il pubblico della rockstar che si immagina un film concerto lungo un paio d’ore e poi, a sorpresa, insegnerà loro perché la Costituzione italiana va difesa, e che cosa dicono veramente i suoi articoli fondanti. Infatti esiste già un progetto per far circolare il film nelle scuole, perché ciò che gli studenti non imparano più (o imparano male) sui banchi è qui spiegato in modo vivo, divulgativo, semplice, diretto, divertente – insomma, alla maniera del Liga nazionale [...] Niente paura ripercorre alcuni momenti della nostra storia nazionale con l’immediatezza del film di realtà, tanto più efficace quando sparato sul grande schermo: quelli drammatici, come lo sbarco dei 20mila albanesi (e qui li vediamo proprio tutti...) sulle coste della Puglia o la strage di Bologna, ma anche qualche evento positivo, come l’arresto di un boss mafioso applaudito da una folla di giovani, e dai loro coetanei poliziotti. A commentare questi eventi sono i nomi famosi di cui sopra, ma anche tanti sconosciuti, soprattutto giovani, che li hanno vissuti o osservati facendosi un’idea di quanto ci sia di nobile, o di deprecabile, nel nostro paese. Niente paura, come recita il suo sottotitolo, parla dunque di «come siamo e come eravamo» e intervalla le testimonianze alle canzoni di Ligabue, in cui molti hanno trovato un messaggio che è sembrato scritto proprio per loro. Ne esce non tanto, o non solo, il ritratto di un musicista di successo, quanto quello di un paese senza, ma anche di un paese con, popolato da tanta gente che farà pure una vita da mediano, ma continua a non accontentarsi, perché, come si sa, chi si accontenta gode solo così così.

Paola Casella - Europa

promo

È il brillante tentativo di utilizzare un mondo di canzoni (quello di Luciano Ligabue), per raccontare la coscienza del paese, tra racconti di vita dei fan e testimoni eccellenti (da Paolo Rossi a Rodotà, da Verdone a Beppe Englaro, don Ciotti e Saviano) e stralci di memoria visiva sulle traumatiche ferite della nostra storia. Un mix di immagini e musica, la storia d'Italia degli ultimi 30 anni mescolata ai versi del Ligabue pensiero che diventa un racconto vibrante, emozionante, demagogico e pop di come e dove siamo. Con particolare attenzione al senso della nostra Costituzione i cui articoli vengono esaltati e commentati, come fosse un testo che, se applicato alla lettera, trasformerebbe il nostro paese in un'utopia di convivenza civile.

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TORRESINO - ottobre 2010

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